Paragone, Carelli, Giarrusso. Alle parlamentarie vengono a galla i grillini in incognito
Tra molti sconosciuti balla nel M5s anche qualche candidato vip. Come l'ex direttore di Sky Tg24 che a Rimini qualche mese fa al Foglio diceva: "Sono solo curioso"
Alle 17 di mercoledì 3 gennaio è scaduto il termine per la presentazione delle autocandidature alle parlamentarie del Movimento 5 Stelle. Si sono presentati in tantissimi, tanto che il “picco di accessi” ha causato rallentamenti al sito. Tra una massa di sconosciuti che ambiscono a uno scranno in Aula, storici attivisti e deputati grillini uscenti, anche alcuni nomi noti. “E ci sono attori e comprimari, aspiranti e semi-protagonisti, tutti elementi di una nuova classe politica, giornalistica e professionale, alcuni curiosi e altri meno, ma ciascuno satellite, a modo suo, di un cosmo che ruota attorno al sole del comico comiziante”, scriveva su queste colonne Salvatore Merlo. “Un ceto che ha imparato a dire molti sì, ad accettare le regole del successo, e a farselo anche piacere”.
La figura più autorevole, o almeno con più mostrine sulle spalle, sembrerebbe quella di Gregorio De Falco, il capitano di fregata che dopo il naufragio all’isola del Giglio intimò a Francesco Schettino di risalire sulla Costa Concordia. Cinquantuno anni, già ufficiale della capitaneria di porto livornese, dal 2016 in servizio a Napoli, De Falco potrebbe correre per il Senato con il M5s a Livorno. Il tono severo e responsabile con cui il comandante prese in mano la situazione dopo l’incidente, scatenò allora infiniti dibattiti, analisi e riflessioni sulle opposte figure di Schettino e De Falco. Quest’ultimo fu corteggiato anche dalla destra: “Io sto con De Falco” scrisse su Twitter la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, linkando il filmato del premio Atreju, che i giovani di FdI-An consegnarono nel 2012 al capitano.
Altri due vip che si presentano alla lotteria dei seggi grillini sono legati da una vicenda comune: Dino Giarrusso è l’inviato delle Iene autore dei servizi sulle accuse di molestie avanzate da diverse attrici al regista Fausto Brizzi (alcune hanno poi ritrattato: niente stupri, solo avances cafonesche). Claudia Federica Petrella è una di loro. E anche lei si candida. Giarrusso si è limitato a dire alla Stampa che non è ancora in corsa ma che “ci sono stati contatti con il M5S durante le feste. Siamo all’alba della possibilità di una mia candidatura. Se ne è parlato in maniera informale”. Per Giarrusso non ci sarebbe contraddizione tra una sua candidatura e le invettive pentastellate contro i giornalisti: “Quello è anche un po’ il modo di fare di Grillo. In realtà tra loro ci sono diversi giornalisti, penso a Rocco Casalino e a Stefania Divertito. La generalizzazione non fa mai bene”.
Un altro collega che non si fa questo genere di scrupoli è il conduttore Gianluigi Paragone. L’ex direttore della Padania, è “passato dal gessato sulla Rai ai concerti skassakasta su La7, è il Pippo Baudo d’Italia cinque stelle”, scrivevamo già ai tempi della sua apparizione tra i leader grillini alla kermesse di Rimini. L’ex direttore di SkyTg24 Emilio Carelli, avvistato in Riviera, sosteneva invece di essere solo un osservatore. “Sono curioso del M5s. Sono stato io a far fare la prima intervista a Grillo, quando nessuno lo prendeva sul serio. Ma non ho mai dichiarato le mie simpatie politiche”, diceva, prima di rifugiare dietro il palco – dove i giornalisti non erano ammessi. Oggi conferma il via libera alla sua candidatura. Pensa un po’.
Tra i papabili pentastellati anche Elio Lannutti, ex parlamentare Italia dei Valori e oggi presidente dell’Adusbef, da lui stesso fondata. Da tempo vicino al circuito grillino, Lannutti è in prima linea nelle battaglie sulle banche. Poi c'è Marco Montanari, osservatore per l’Unione Europea, consulente della Farnesina e capo delegazione di missioni in Georgia e consigliere politico della missione Ue in Niger. I rumors parlano anche di alcuni cattedratici, tra cui forse Ugo Grassi, ordinario di Diritto civile all’Università Parthenope di Napoli.
Anche deputati e senatori uscenti si ripropongono: Giuseppe D’Ambrosio e quasi tutti i parlamentari “ortodossi” come Carlo Sibilia o Carla Ruocco. Oltre al il vignettista di regime (grillino) Mario Improta detto Marione, che dice di averlo fatto “perché mi è stato chiesto dalle tante persone che mi seguono sui social”.