La parole a vanvera del centrodestra
Dalla Fornero ai vaccini, i “no” e le rettifiche. Bene il Cav. sul Jobs Act
Il centrodestra, che secondo i sondaggi è in vantaggio, sembra convinto di poter raccogliere consensi promettendo di abolire tutte le misure adottate dai governi della legislatura appena conclusa. E’ vittima di una sindrome da opposizione, che però contrasta con una immagine di forza di governo, che è quella che ora è richiesta. In qualche caso si tratta della scelta dei termini: si dice abolire la legge Fornero, poi si precisa che si intende modificare le norme più penalizzanti, si dice abolire il Jobs Act, poi si fa capire che in realtà ci si propone di perfezionarlo nella speranza di renderlo più efficace. E’ una tattica equivoca e pericolosa: il merito di Giuliano Poletti (che per la sinistra bersaniana è una colpa) è stato quello di non cancellare la riforma Biagi, ma di completarla con il Jobs Act. L’uscita di Matteo Salvini contro i vaccini è semplicemente indecente. Le riforme, quelle serie, funzionano se vengono via via corrette, secondo le esigenze e anche la visione delle diverse maggioranze politiche che si alternano, ma secondo una linea di sostanziale continuità. Per fortuna in molti casi si è fatto così, ma c’è il malvezzo di dire il contrario, di promettere di cancellare tutta la produzione precedente come se si volesse o si potesse ogni volta ricominciare da capo.
E’ probabilmente sbagliato anche sul piano del consenso adottare questa tattica distruttiva, perché ora si tratta di scegliere chi governa, non chi fa un’opposizione più sguaiata a un governo che non c’è più. Un centrodestra così ci guadagna a tacere, a volte. Oltre che mettere in luce le differenze, se si vuole incidere sulla massa degli indecisi, è necessario suscitare fiducia nelle proprie capacità di affrontare i problemi, ma è l’esatto contrario di quel che si sta facendo.