Che razza di politici
Attilio Fontana scivola sul tema immigrazione e parla di "razza bianca". Che non sia l’antipasto di una campagna elettorale giocata sull’emotività e sull’esasperazione
Attilio Fontana, il candidato di centrodestra per la Lombardia, in una conversazione telefonica con Radio Padania, oltre ad affermare che bisogna gestire con razionalità i fenomeni migratori e che non si può accettare l’idea dell’accoglienza senza limiti (che è quello che pensano quasi tutti e non solo a destra) ha aggiunto una stupidaggine sulla necessità di difendere “la razza bianca” dall’invasione. Se lo avesse detto qualcun altro, sulla base di una vera teoria razzistica, sarebbe insufficiente considerala una stupidaggine, naturalmente.
In questo caso si può mantenere il beneficio del dubbio, pensare che Fontana cerca di farsi conoscere e di assumere una posizione meno defilata, che in fondo nella stessa mattinata ha detto che non è questione di razzismo: insomma è un po’ confusionario e un po’ arruffone ma non è un nuovo Hitler che si affaccia all’orizzonte.
C’è solo da sperare che questi scivoloni non siano solo l’antipasto di una campagna elettorale tutta giocata sull’emotività e sull’esasperazione. La politica già appare poco attrattiva per una serie di ragioni (non solo e non tutte italiane), sarebbe meglio non renderla addirittura repulsiva. In Lombardia in particolare, dove si confrontano due buoni sindaci, dove non c’è una tradizione di demonizzazione dell’avversario, dove un sano pragmatismo ha (quasi) sempre prevalso sull’esagitazione, è ragionevole puntare su un confronto che non scada nell’invettiva. Non è solo una questione di buona educazione o anche di semplice educazione (quella che consiglierebbe di non parlare di razza bianca), al fondo c’è il rapporto con i cittadini. Chi li rispetta non può rivolgersi a loro come se fossero incapaci di distinguere tra un problema, anche spinoso, come quello dell’immigrazione connesso alla qualità della vita soprattutto nelle periferie, e un anatema. Fontana si è fatto apprezzare dai cittadini di Varese anche perché non ha mai acceso polemiche contro i suoi avversari, ha sempre puntato a spiegare bene il lavoro che svolgeva e le ragioni delle scelte. Il rispetto che ha dimostrato per i varesini dovrebbe estenderlo ora ai lombardi, così come le varie formazioni politiche nazionali dovrebbero evitare di raffigurarsi un elettorato fatto di fanatici rissosi. E’ questo il modo per rendere omaggio a quella “realtà sociale” che Fontana vuole difendere, ma che prima ancora deve essere compresa e rispettata.