La folle giornata dell'Italia al voto
Ritardi, polemiche, errori, proteste, sondaggi finti. Alle 19 ha votato il 58,42 per cento degli aventi diritto. Urne aperte fino alle 23
Un nuovo sistema elettorale, che in qualche seggio ha causato ritardi e code per votare, problemi legati al nuovo talloncino anti frode sulle schede, una protesta del movimento femminista delle Femen al seggio di Silvio Berlusconi, falsi exit poll inviati su WhatsApp. Come non bastasse l'esito incerto delle elezioni, durante questa giornata di elezioni non sono di certo mancate le emozioni. Secondo le proiezioni Agi-Youtrend l'affluenza finale alle 23 potrebbe attestarsi tra il 67 e il 71 per cento (nel 2013 fu del 75,2 per cento).
Ho votato nella mia Firenze. Buon voto a tutti, buona domenica. E viva la democrazia #elezioni #4marzo
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 4 marzo 2018
I casi più eclatanti che hanno causato ritardi nelle procedure di voto sono quelli di Palermo e Roma. Nel capoluogo siciliano alcuni seggi hanno aperto due ore e mezzo dopo l'orario ufficiale per disguidi nella distribuzione delle nuove schede elettorali ristampate nella notte, dopo che per errore erano state inserite alcune sezioni del collegio Palermo 1 nel collegio Palermo 2. A Roma invece, in un seggio dei Parioli, il voto è stato sospeso dopo che erano state usate schede sbagliate per Camera e Senato e un'urna era stata svuotata senza la presenza dei rappresentati di lista. La denuncia è arrivata da Rinaldo Sidoli, del Movimento animalista, e 36 elettori sono stati chiamati per rivotare. "Mi sa che qualcuno al ministero ha fatto casino", ha polemizzato il leader della Lega Matteo Salvini. La forza dell'abitudine ha tradito anche Pier Luigi Bersani al seggio: dopo aver votato in una scuola di Piacenza vicino casa, l'ex segretario Pd ora in LeU ha infilato direttamente le schede nelle urne, senza attenersi alla nuova procedura anti frode. "Il tagliando andava...", lo ha ripreso la segretaria della sezione alludendo al fatto che doveva essere controllato il numero sul bollino delle schede per poi rimuoverlo. "Vabbè è lo stesso, mi scusi. Poi lo togliamo dopo", ha aggiunto dopo aver riconosciuto l'ex ministro.
Votare è un nostro diritto e un nostro dovere.
— Silvio Berlusconi (@berlusconi) 4 marzo 2018
Oggi possiamo finalmente esprimerci democraticamente.
Buon voto a tutti voi, amici miei!
Chi ama l'Italia vota...#forzaitalia #4marzo pic.twitter.com/v4VviIHapA
Altri ritardi e disguidi si sono registrati anche al nord, sempre per via di schede sbagliate usate per la Camera, che hanno portato alla sospensione delle operazioni di voto per un paio d'ore nel collegio di Rivolta Bormida e Castelnuovo Bormida, in provincia di Alessandria. File ai seggi anche a Milano e in Veneto, mentre a Mantova è stato commesso un errore sul simbolo del Pd stampato sulle schede, dove però si è votato regolarmente.
NEANCHE I POLITICI CI CAPISCONO QUALCOSA...
— Lega - Salvini Premier (@LegaSalvini) 4 marzo 2018
Inserisce la scheda senza rimuovere il tagliando. Una procedura... https://t.co/P8P8CvWux5