Immigrazione e disoccupazione, così Lega e M5s si sono spartiti l'Italia
L'analisi del Centro italiano studi elettorali: grillini in crescita nelle province dove è presente il più alto tasso di senza lavoro, leghisti in quelle dove è cresciuto il numero di stranieri
Nord contro Sud. Lega contro M5s. Se c'è un risultato chiaro, nella montagna di dati che continuano ad arrivare e che nei prossimi giorni verrano più dettagliatamente analizzati, è che l'Italia delle elezioni politiche 2018 è un'Italia divisa in due. Al Nord il centrodestra stravince e la Lega costruisce lì il suo storico successo. Come ricorda il Centro italiano studi elettorali della Luiss diretto dal professor Roberto D'Alimonte, il Carroccio, superando il 17 per cento dei voti validi, è il terzo partito italiano, si avvicina in maniera incredibile al Pd e vince la competizione interna con Forza Italia. Ma soprattutto è il partito che cresce di più rispetto alle elezioni del 2013 (più 13 per cento) superando per la seconda volta nella sua storia, il 10 per cento a livello nazionale (era successo solo nel 1996 quando la Lega di Umberto Bossi aveva ottenuto il 10,1 per cento).
Dall'alto lato, al Sud, il partito dominante è il M5s. E anche in questo caso si tratta di “un'anomalia” tutta italiana. Infatti nessun partito a livello europeo, sottolinea il Cise, dopo il proprio “esordio" elettorale, è riuscito ad incrementare i propri consensi. Non era accaduto a Forza Italia che nel 1994 aveva ottenuto il 21 per cento per poi scendere al 20,6 per cento nel 1996, ma nemmeno, per dire, alla Lista Pim Fortuyn nei Paesi Bassi (17 per cento nel 2002, 5,7 per cento un anno dopo). Il M5s non solo è stato il partito che ha registrato il miglior esordio elettorale (25,6 per cento nel 2013), ma a queste elezioni è addirittura cresciuto di oltre il 6 per cento.
La domanda a questo punto è obbligatoria: cosa ha favorito questo risultato? Cosa ha diviso l'Italia? Secondo il Cise il risultato elettorale fotografa “un paese pervaso da due inquietudini”. Da un lato “quella economica che spinge il M5s”, dall'altro “quella culturale che moltiplica i voti della Lega”.
“La crescita del M5s – scrive il Cise – appare nettamente associata alle province italiane che presentano un più alto tasso di disoccupazione. Si tratta di un effetto che regge anche tenendo conto di vari indicatori socio-economici (variabili legate alla prosperità economica e all’immigrazione) nonché della zona geografica”.
E sulla Lega aggiunge: “Il voto alla Lega è più alto nelle province dove più è cresciuto il tasso di stranieri. Anche in questo caso si tratta di un effetto che regge anche tenendo conto di vari indicatori socio-economici (variabili legate alla prosperità economica e all’immigrazione) nonché della zona geografica”.