Fontana e Zingaretti vincono alle regionali
Secondo mandato per il governatore del Lazio con il 33,07%, mentre nel centrodestra è scontro tra Pirozzi (4,93%), e Parisi (31,29%). Il candidato leghista vola in Lombardia e stacca di 20 punti Gori (Pd)
Non sono ancora chiusi gli spogli del voto delle elezioni regionali, ma i risultati sono ormai ufficiali. Nicola Zingaretti è stato confermato governatore del Lazio mentre Attilio Fontana ha stravinto in Lombardia.
La vittoria di Fontana era già stata confermata dalle proiezioni di ieri pomeriggio, che davano in netto vantaggio il candidato leghista. Il centrodestra prosegue così la sua ormai lunghissima stagione alla guida della Regione Lombardia, cominciata con Roberto Formigoni nel 1995. Per avere l'ufficialità dei dati bisognerà aspetta ancora qualche sezione (al momento ne sono state scrutinate 9.215 sezioni su 9.227) ma l'ex sindaco di Varese, con il 49,74% dei voti, ha quasi doppiato il candidato del centrosinistra, Giorgio Gori, fermo al 29,09%, mentre Dario Violi (M5s) è al 17,36%. Decisamente fuori dalla corsa Onorio Rosati (Leu) 1,93%, Angela De Rosa (CasaPound Italia) 0,89%, Massimo Roberto Gatti (Sinistra per la Lombardia) 0,68%, Giulio Arrighini (Grande Nord) 0,28%.
“I risultati non sono ancora definitivi – ha commentato ieri sera Attilio Fontana – penso si sia trattato di buona vittoria. Sulla base di questi numeri riprenderemo un cammino di continuità. Abbiamo voglia di partire subito”. La riforma dell'autonomia in Lombardia sarà “uno dei punti di riferimento” della futura legislatura, ha detto Fontana, che garantirà un governo di continuità rispetto a quanto fatto dal precedente governatore Roberto Maroni.
Nel Lazio, quando sono state scrutinate 5240 sezioni su 5285, il candidato del centrosinistra Nicola Zingaretti è al 33,07%, seguito da quellodel centrodestra Stefano Parisi al 31,29% e dalla grillina Roberta Lombardi al 27,08%. Sergio Pirozzi (Civica Sergio Pirozzi-Lista Nathan) è al 4,93%, Mauro Antonini (CasaPound Italia) all'1,95%, Elisabetta Canitano (Potere al Popolo) all'1,43%, Jean Leonard Touadi (Civica Popolare) allo 0,25%, Giovanni Paolo Azzaro (Democrazia Cristiana) allo 0,24% e Stefano Rosati (Riconquistare l'Italia) allo 0,17%.
“Otteniamo questa scelta da parte dei cittadini, una incredibile straordinaria e bellissima rimonta nel Lazio nel giorno della più devastante sconfitta per le forze del centrosinistra nella storia della Repubblica. Un risultato in controtendenza che dimostra che siamo vivi, forti e vitali”, ha detto il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti commentando i risultati. Secondo i dati del Viminale, è soprattutto grazie ai voti presi a Roma che il candidato del centrosinistra ha raggiunto questo risultato. Nella Capitale, quando è stato scrutinato il 96% delle 2.600 sezioni cittadine, Zingaretti è avanti di 130mila voti rispetto a Stefano Parisi del centrodestra e di 150mila su Roberta Lombardi dei 5 Stelle. Un risultato che gli ha consentito di contenere l'affermazione di Parisi nei collegi delle province Latina, Frosinone e Viterbo.
Alla Lombardi invece sono mancati i voti dei Comuni più popolosi della provincia di Roma, come Guidonia, Nettuno e Civitavecchia, dove nonostante amministrazioni comunali a 5 Stelle a prevalere è stato Parisi. Rispetto alla media nazionale delle elezioni politiche dello stesso giorno, i voti ricevuti dal M5s nel Lazio sono di oltre 10 punti percentuali più bassi (con lo spoglio al 70% delle sezioni).
Intanto nel centrodestra è polemica sulla decisione di Sergio Pirozzi di correre da solo, ottenendo quasi il 5% dei voti. "La sua scissione ha pesato molto – ha commentato Stefano Parisi, fermo intorno al 31% – Non ha avuto senso di responsabilità e se avesse avuto a cuore gli interessi della Regione e non quelli di Zingaretti oggi non ci sarebbe partita”.
Dalle pagine del Corriere della Sera arriva la risposta del sindaco di Amatrice: “Non c'entro io. Parisi non l'hanno votato i suoi. Lui sta al 30%, almeno 6 punti sotto i partiti che lo appoggiano. Si facesse una domanda – ha detto Pirozzi – Il mio è stato un voto fuori dai partiti. Capisco che Parisi vuole scaricare la sconfitta, ma con me si fa male. La politica non si fa a chiacchiere, ma con i numeri. E lui non ce l'ha”.