Luigi Di Maio e Matteo Salvini (foto LaPresse)

Le vere alleanze si misurano con l'Europa

Redazione

Basta guardare all’Ue per capire che Lega e M5s possono governare insieme

Matteo Salvini non ha parlato ieri alla stampa estera come un aspirante premier che intende difendere gli interessi del suo paese in un’alleanza – l’Unione europea – che avrà difetti ma che è una realtà di successo. A sentire il segretario della Lega l’Italia potrebbe seguire il Regno Unito e prendere la porta d’uscita. L’euroscetticismo salviniano, occultato in campagna elettorale, si è manifestato apertamente: confondendo gli “eurocrati” con l’Europa, Salvini ha fatto capire di preferire gli Stati Uniti di Donald Trump e la Russia di Vladimir Putin. Auguri. Sennonché ci si può chiedere quale sia l’ubi consistam di un centrodestra che ha in Silvio Berlusconi un europeista critico ma convinto. E in Forza Italia un partito alleato di Angela Merkel, della maggior parte dei capi di governo europei, e che esprime il presidente dell’Europarlamento. Quanto all’euro per Salvini è “una moneta sbagliata”, della quale si potrebbe fare a meno. Tanto a meno che il nostro debito pubblico, assieme al resto d’Europa, è stato salvato dalla Banca centrale europea di Mario Draghi: un uomo proposto a quella carica da Berlusconi nel 2005. L’euro disprezzato da Salvini è lo stesso che Draghi ha reso la moneta più stabile al mondo, alla quale l’80 per cento dei cittadini dell’Eurozona non intende rinunciare.

 

Andiamo avanti.

 

L’abolizione della riforma Fornero sulle pensioni è la priorità di Salvini: ma quella legge fu votata anche da Forza Italia. I suoi presupposti (passaggio al sistema contributivo, il pensionamento collegato all’aspettativa di vita) furono norme varate dal centrodestra di Roberto Maroni e Maurizio Sacconi. Così come il Jobs Act è il naturale proseguimento dell’opera di Marco Biagi, Maroni, Berlusconi. E’ ovvio chiedersi: cos’hanno a che fare le idee di Salvini con quelle di Berlusconi? Le vere alleanze, in Italia e non solo, si misurano con le idee sull’Europa. E forse questa legislatura ci aiuterà a capire quali sono in Italia le vere divisioni della politica. Che sono diverse da quelle osservate in campagna elettorale.

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