Il modello di una città dimessa
M5s di governo. Ciò che la giunta Raggi sa fare meglio è perdere pezzi
Inizialmente a Roma gli assessori della giunta Raggi che uno alla volta si dimettevano o venivano defenestrati erano paragonati ai dieci piccoli indiani di Agatha Christie. Purtroppo non si può fare più, perché hanno abbondantemente superato la decina e, oramai, si è perso il conto. L’ultimo – almeno fino al momento in cui questo giornale va in stampa – è l’assessore al Commercio Adriano Meloni, che in maniera “spontanea” ha deciso di dimettersi dopo un incontro con il sindaco Virginia Raggi.
Meloni era traballante da mesi dopo che si era scagliato contro il presidente grillino della commissione Commercio Andrea Coia – ribattezzato “Coidicine”, facendo il verso alla famigerata famiglia di bancarellari romani – per la gestione torbida del bando per gli ambulanti. Il prossimo assessore in nomination per l’uscita dalla casa comunale è, secondo il Messaggero, l’assessore al Coordinamento strategico delle partecipate Alessandro Gennaro, che starebbe per lasciare l’incarico per motivi personali.
L’avventura grillina a Roma – “il vento è cambiato, signori!” – comincia con uno scontro per il ruolo di capo gabinetto, che la Raggi vuole dare al fedele Daniele Frongia. Il posto va invece a Carla Raineri, amica dell’assessore al Bilancio Marcello Minenna. Poco dopo si dimettono sia Raineri che Minenna. Al posto di Minenna viene nominato Raffaele De Dominicis, ma dura pochissimo, è costretto alle dimissioni dopo un giorno. Dopo è la volta di Paola Muraro, assessore all’Ambiente, dell’assessore all’Urbanistica Paolo Berdini. Viene messo alla porta anche il terzo assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, sostituito da un assessore preso in prestito dal comune di Livorno. Tempo qualche mese e se ne va in polemica anche l’assessore alle Partecipate Massimo Colomban (sostituito da quel Gennaro che starebbe per andarsene). Nel frattempo si sono dimessi i dirigenti delle principali partecipate come Ama e Atac e Raffaele Marra, braccio destro della sindaca, è stato trasferito dal Campidoglio al carcere. Non sappiamo come sarà il M5s al governo nazionale, ma il caso di Roma non fa ben sperare. Anche perché nella Capitale i grillini hanno una solida maggioranza, governano da soli e senza “inciuci”. La condizione ideale per mostrare la quintessenza dei 5 Stelle.