I vincenti non convincono Mattarella. Che si prende altro tempo e mette alle strette Di Maio e Salvini
Al termine della due giorni di consultazioni il presidente della Repubblica certifica lo stallo: “Nessun progresso. Tra qualche giorno valuterò come uscire dallo stallo che si registra”
Dal Quirinale arriva un'altra fumata nera. Sperava, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che una settimana bastasse a convincere le forse politiche a trovare una soluzione e far nascere un governo. Passata la due giorni di consultazioni deve arrendersi. Anche questo secondo giro è stato più o meno inutile.
Il Capo dello Stato si presenta davanti ai giornalisti dopo aver ricevuto Giorgio Napolitano, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati, e certifica ufficialmente quello che tutti hanno visto: nulla è cambiato. “Dall'andamento delle consultazioni - dice - il presidente della Repubblica emerge con evidenza che il confronto tra i partiti per dare vita in Parlamento a una maggioranza che sostenga un governo non ha fatto progressi”.
I vincenti non sono stati convincenti. Mattarella: "Dall'andamento delle consultazioni emerge con evidenza che il confronto tra i partiti per dare vita in Parlamento a una maggioranza che sostenga un governo non ha fatto progressi"
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 13 aprile 2018
E allora che si fa? Si prende ancora tempo. Non troppo però. Ché il Paese ha bisogno al più presto di “un governo nella pienezza delle sue funzioni”. Quindi aggiunge Mattarella, “attenderò alcuni giorni, trascorsi i quali valuterò in che modo procedere per uscire dallo stallo che si registra”.
Sintesi del messaggio di Mattarella: prendere troppo tempo oggi significa perdere tempo. La soluzione di governo c'è ed è lì davanti agli occhi di tutti. Chi non ha i voti per governare da solo, se vuole governare, deve mettere da parte i veti. Altrimenti, fine della ricreazione
— Claudio Cerasa (@claudiocerasa) 13 aprile 2018
Insomma, nonostante tutto Mattarella sembra piuttosto certo che esista un modo per “uscire dallo stallo”. Che si tratti di un mandato esplorativo o di un preincarico (si fa il nome del leghista Giancarlo Giorgetti) o piuttosto di una richiesta di far nascere un governo sostenuto da tutte le forze politiche è difficile capire quale sarà la decisione del presidente. Di certo c'è che, nonostante il veto su Berlusconi, Lega e M5s hanno già dimostrato ampiamente di poter lavorare insieme. Difficile pensare che Mattarella possa uscire da questo “recinto”.