Vladimir Putin (foto LaPresse)

C'è putinismo e putinismo

Redazione

Altro che Pratica di Mare. Con Mosca, Salvini e Berlusconi hanno spiriti diversi

Dopo l’incontro con il presidente Sergio Mattarella, il leader della Lega, Matteo Salvini, aveva dichiarato le priorità in politica internazionale – la pace e la sicurezza nel Mediterraneo – e aveva spiegato: “Per quanto riguarda la crisi in Siria, pur ribadendo la nostra lealtà all’Alleanza atlantica, siamo fermamente contrari a qualsiasi azione unilaterale. Restiamo convinti che la via maestra di ogni crisi sia lo spirito di Pratica di Mare, dove con l’impegno dell’Italia si è prodotto un riavvicinamento fra la Russia e l’occidente. Ci siamo riusciti in passato, possiamo riuscirci ancora”. Di fianco a Salvini, Silvio Berlusconi annuiva: fu lui, allora premier, nel maggio del 2002, al vertice della Nato a Pratica di Mare, ad accogliere Vladimir Putin e ad avviare un dialogo con la Russia condiviso e coordinato all’interno dell’Alleanza atlantica.

 

Lo “spirito di Pratica di Mare” si basava su una collaborazione tra l’occidente e la Russia nella lotta al terrorismo, e puntava a creare convergenze ideali che potessero ridurre, se non eliminare, i punti di scontro tra i due blocchi. Berlusconi ha sempre avuto un rapporto informale e diretto con Mosca – la politica delle pacche sulle spalle – e ha lavorato per un dialogo paritario con Putin, fatto di confronti e di alleanze. Si può discutere sul lungo periodo di quella mano tesa, ma non è questa la sede: qui si vuole ricordare che quando Salvini invoca quello spirito, dopo un attacco chimico del regime siriano sostenuto dalla Russia, dopo un attacco col gas nervino nel Regno Unito che viene attribuito alla Russia, dopo che la stessa Russia ha annesso una regione – la Crimea – di un paese sovrano – l’Ucraina – che aspirava ad avvicinarsi all’occidente, non intende la stessa cosa che allora, sedici anni fa, intendeva Berlusconi. E’ cambiato il contesto internazionale, è cambiato l’atteggiamento della Russia nei confronti dell’occidente e, soprattutto, Salvini non vede il mondo come lo vedeva Berlusconi. Il leader della Lega vuole spaccare l’Europa, vuole rivedere il ruolo della Nato, vuole contenere le azioni unilaterali degli americani, sapendo che quelle multilaterali, con il diritto di veto della Russia all’Onu, sono impossibili da costruire. Salvini è orgoglioso di essere un attore nel piano di destabilizzazione che la Russia ha adottato nei confronti dell’Europa e dell’occidente: lo spirito di Pratica di Mare era tutta un’altra cosa, unirsi per collaborare ed essere più forti, non spezzettarsi e offrirsi come alleato al miglior offerente.

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