La stella scadente di Emiliano
Il ballo goffo tra Xylella e Ilva del governatore che scimmiotta i grillini
Quando si vede come opera e come ragiona Michele Emiliano, il primo pensiero che corre per la testa è un senso d’inquietudine nel vederlo amministrare una grande e importante regione come la Puglia. Il secondo è un sensazione di sollievo per il fatto che non faccia più il magistrato. Il governatore che scimmiotta i Cinque stelle ha chiesto al governo “un decreto legge d’urgenza” sulla vicenda Xylella, il batterio che sta falcidiando gli ulivi pugliesi: “Noi non siamo in grado di farlo – ha detto –. Ci sono da abbattere un migliaio di alberi e molti di questi abbattimenti sono per diverse ragioni difficilissimi”. Solo l’anno scorso, prima di dire che il cantiere della Tap “sembra Auschwitz”, sulle eradicazioni degli ulivi infetti diceva che è “come quando nei campi di concentramento della Shoah si uccidevano gli ultimi prigionieri mentre stavano arrivando gli Alleati”. L’alleato era lui, che chiacchierava di presunte cure risolutive, dopo aver affiancato complottisti e negazionisti della malattia ed elogiato l’assurda inchiesta della magistratura che ha bloccato proprio il piano del governo che ora invoca: “Il provvedimento di sequestro della Procura di Lecce è arrivato come una liberazione”. L’emergenza era finita e se ne sarebbe occupato lui. Stessa caciara sull’Ilva: al concertone alternativo del 1° maggio tarantino ha chiesto la chiusura dello stabilimento. Ce l’ha con il “ministro scaduto” Carlo Calenda, che invece vuole salvare l’acciaieria più grande d’Europa e i suoi 20 mila addetti: “Un governo scaduto non ha più legittimazione politica, dovrebbe limitarsi alla ordinaria amministrazione”, ha detto. Ora su Xylella Emiliano, in fuga dalle responsabilità, chiede allo stesso esecutivo un intervento straordinario. Peggio di un governo scaduto c’è solo un governatore scadente.
Equilibri istituzionali