Pd a congresso
Anche i renziani non disdegnano più l’idea di andare a contarsi già il prossimo autunno
Mentre i riflettori sono tutti puntati su Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il Pd sta celebrando il suo pre-congresso. I renziani che in un primo tempo avevano pensato di rinviare le assise nazionali a data da destinarsi (visto che non hanno un candidato, dal momento che Graziano Delrio continua a nicchiare) hanno cambiato idea e hanno deciso di invertire la rotta. Ora gli uomini dell’ex segretario (e lo stesso presidente del partito Matteo Orfini) spingono il piede sull’acceleratore. Adesso vogliono assolutamente il congresso in autunno. E infatti l’Assemblea nazionale di sabato prossimo, all’Ergife, servirà proprio a decidere se il Pd andrà o no a questo appuntamento. Maurizio Martina, l’attuale reggente, non ha nascosto la sua opinione. Lui preferirebbe andare al Congresso tra un anno e candidarsi ora come segretario all’assemblea.
Il perché di questo atteggiamento di Martina è presto detto: il reggente del Partito democratico sa di non avere chance alle primarie mentre sa di averne tra i maggiorenti del Pd. Quello che si capisce di meno è invece il motivo per cui i renziani hanno cambiato idea. Ma anche in questo caso c’è una spiegazione. Il timore dei sostenitori del segretario è che lo slittamento dei tempi alla fine non giovi affatto a loro, come avevano pensato, bensì agli avversari interni di Renzi. Se si andasse infatti alle assise nazionali più in là nel tempo (e a questo punto si rinvierebbe di due o tre anni) Nicola Zingaretti potrebbe candidarsi. E come popolarità il governatore della regione Lazio è più forte di tutti gli altri possibili candidati renziani. Se invece si andasse all’appuntamento congressuale in autunno, Zingaretti non si candiderebbe e questo sarebbe un vantaggio di non poco conto per gli uomini dell’ex premier. Ma c’è di più. I renziani si sono accorti che nell’aria c’è anche un’altra operazione: quella di un ritorno di Walter Veltroni. Hanno letto così alcune recenti dichiarazioni di Carlo De Benedetti: “Per il Pd serve un personaggio con gravitas, non dei giovani più o meno leoni, più o meno tigrotti. Il nome ce l’ho in mente ma non lo dico”. E il congresso in autunno servirebbe a sventare anche queste manovre.
In tutto ciò non smette però di circolare l’ipotesi secondo cui Renzi, il prossimo autunno, alla Leopolda potrebbe lanciare un nuovo partito sullo stile del macroniano En Marche!. L’ex segretario per la verità continua a smentire però qualche suo amico molto stretto non nega più decisamente come una volta. La verità, dice chi lo conosce bene, è che Renzi si tiene aperte ancora entrambe le opzioni: quella di dirigere il Pd da dietro le quinte e quella di provare l’avventura di un soggetto politico nuovo.