Danilo Toninelli (foto LaPresse)

Toninelli e i Signor No

Redazione

Fare infrastrutture o deludere il Movimento? Dilemma per un ministro

Un paese come l’Italia, se vuole puntare a innovarsi e cavalcare il futuro, non può fare a meno di un continuo miglioramento delle proprie infrastrutture materiali e immateriali”. Sembra di leggere la dichiarazione ambiziosa di un neo ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. In effetti il virgolettato è tratto dall’intervista di ieri del Sole 24 Ore a Danilo Toninelli. Il problema è che il ministro pentastellato non è credibile quando dice che dal suo punto di vista le infrastrutture sono un “volano” per l’economia, se non a patto di credere a una conversione in tempi record verso un sano pragmatismo. E non solo perché la linea grillina è da sempre quella di associare le grandi opere e l’edilizia alla corruzione e alle colate di cemento.

 

Toninelli ha un problema ulteriore rispetto ad altri suoi predecessori che hanno affrontato i movimenti del No, come quelli contro l’Alta velocità ferroviaria per merci e passeggeri o contro le infrastrutture stradali.

 

Il nuovo ministro verrà valutato su quello che riuscirà a fare, ma dovrà opporsi agli oppositori che sono la constituency del M5s e che il grillismo ha allevato e pasciuto per anni. O altrimenti avrà le proteste, con tanto di cartelloni, sotto al ministero di Porta Pia. Le prime avvisaglie ci sono già. Come scriveva Italia Oggi, la politica del No ha fatto la prima vittima: i grillini vogliono bloccare il potenziamento del raccordo autostradale che da Milano porta a Firenze o a Roma – e collega l’ovest e l’est del paese – permettendo di scavalcare l'imbuto di Bologna. Ovvero il “nuovo passante di Bologna”, già approvato da un accordo tra stato e regione Emilia Romagna. Toninelli è avvisato: “Confermo – dice Marco Piazza, consigliere bolognese M5s – che vogliamo bloccare l’opera”. Concorda il collega grillino Massimo Bugani: “E’ una delle prime opere folli italiane da fermare”. La Lega si accoda. Se Toninelli vorrà essere un pragmatico ministro delle Infrastrutture dovrà deludere il Movimento, o rischierà di spaccare il paese a metà.