Il saldo impossibile di Salvini
L’incontro con il tedesco Seehofer e “il migrante in meno da mantenere”
Mi interessa il “saldo positivo”, ha detto Matteo Salvini dopo aver incontrato il suo collega tedesco, Horst Seehofer, a Innsbruck, “prima di ricollocare qualcuno in Italia, voglio dislocare qualcuno dall’Italia”, così c’è “un immigrato in meno da mantenere”. Il ministro dell’Interno dice che il bilaterale è stato molto positivo, “dopo tanti vertici franco-tedeschi finalmente uno italo-tedesco”, e questo per lui è già un successo. Così come è orgoglioso quando dice che il Brennero resterà aperto, non temete, “parliamo di poche persone”, un altro successo rivendicato da chi, qualche giorno fa, aveva detto che se si chiude il Brennero è meglio per l’Italia. Salvini procede per contraddizioni, basta dare un segnale, l’Italia finalmente c’è, e detta le regole agli altri. “Abbiamo chiesto e ottenuto” sostegno per il rafforzamento delle frontiere esterne, fondi per l’Africa, suddivisione dell’onere di accoglienza, revisione delle regole delle missioni europee. Si comincia dalla missione Sophia, “che porta tutti in Italia, ora basta”, dice Salvini, ed è questo quel che risuona, “ora basta”. E’ difficile stabilire dove possa collocarsi una convergenza del sostegno reciproco: Seehofer, nel suo piano sull’immigrazione che ha ripresentato lunedì (è quello con cui “tiene in ostaggio” il suo capo, la cancelliera Merkel, anche se l’unico in ostaggio pare essere lui), parla di movimenti secondari interrotti, e di respingimenti nei paesi di primo approdo. Se l’Italia non li prende indietro, cosa accadrà? E’ un po’ il punto della questione, il simbolo dell’ingorgo nazionalista che è difficile risolvere con gli “ora - basta”, perché per avere saldi positivi ci vogliono accordi con gli altri.