La partita doppia di Tria e Salvini
Il vicepremier: “L’euro è sbagliato, cambiamo le regole”. Il ministro dell'Economia: “Rimaniamo nell’euro, rispettiamo le regole”. Interviste parallele
Roma. “Le politiche dell’Ue hanno portato a un debito pubblico record. La regola del 3 per cento non è scritta sulla pietra. L’euro è sbagliato”, dice uno. “Resteremo nell’euro. Rispetteremo le regole europee. Il deficit rimarrà entro i limiti concordati”, dice l’altro. Due visioni diverse, quasi opposte, dell’economia e del rapporto con l’Ue. Il problema è che Matteo Salvini e Giovanni Tria fanno parte dello stesso governo e hanno detto queste cose, a pochi giorni di distanza, allo stesso giornale. Riportiamo alcuni passi delle interviste dei ministri dell’Interno e dell’Economia al Washington Post.
La scorsa settimana nel suo ufficio a Roma, Salvini si è seduto con Lally Weymouth del Washington Post per condividere le sue opinioni. Di seguito alcuni estratti:
Vede l’Italia come parte dell’Europa? O le piacerebbe far uscire l’Italia dall’Europa?
Stiamo lavorando per cambiare l’Europa dall’interno.
Non tirando l’Italia fuori dall’Ue?
No, no. Stiamo lavorando per cambiare le politiche economiche, fiscali e agricole.
Quali regole dell’Ue cambierebbe?
Alcune le cambierei immediatamente, ad esempio la direttiva sulle banche.
Nel Trattato di Maastricht esiste una regola che limita il deficit di bilancio al 3 per cento del pil. La rispetterete?
Stiamo facendo tutto il possibile per rispettarla, ma il 3 per cento non è scritto sulla pietra.
C’è qualcosa che potrebbe farla uscire dalla coalizione di governo di cui fa parte e andare alle elezioni? Secondo quanto si dice, il vostro partito sta crescendo nei sondaggi e potreste uscirne vittoriosi.
Non faccio il mio lavoro di ministro in base ai sondaggi.
Quindi la risposta è no? Niente la farebbe uscire?
Se la coalizione rispetta le regole del governo, non c’è pericolo. L’obiettivo è governare bene per molto tempo.
La gente dice che il primo ministro Conte non ha potere, che lei e Luigi Di Maio avete tutto il potere.
No, Conte è il primo ministro e l’ultima parola spetta a lui.
Se fate ciò che avete promesso in campagna elettorale, taglierete le tasse e fornirete un reddito di cittadinanza alle persone nel paese. Gli esperti temono che questo aumenterà notevolmente il vostro deficit.
No.
Ma il contratto di coalizione richiede un aumento della spesa e anche il taglio delle tasse. Come fate senza far gonfiare il deficit?
Se l’economia cresce, allora possono essere realizzate altre cose. Seguendo le politiche dell’Unione europea, questi ultimi anni hanno portato a un debito pubblico record in Italia. L’Italia è il penultimo paese [in Europa] per crescita economica. Quindi ho intenzione di fare qualcosa di completamente diverso.
Che cosa?
La flat tax e un’amnistia per coloro che devono pagare tasse fino a 100 mila euro per aiutarli a uscire dal debito. Consideriamo questi come piccoli debiti.
Nel 2016, lei ha affermato che “chiunque vota per noi sa che un governo della Lega Nord si libererà dall’euro e tornerà a una moneta nazionale”. Ci crede ancora, o ha cambiato idea?
No, non ho cambiato idea. Penso ancora che l’euro sia stato un esperimento sbagliato. Poiché ora è qui, dobbiamo migliorare le sue condizioni.
Quindi non crede in quello che ha detto in passato sul liberarsi dall’euro?
Lei ha mai cambiato le sue idee?
(Intervista al Washington Post, 19 luglio)
Recentemente Tria ha parlato a Roma con Lally Weymouth del Washington Post delle sfide future. Di seguito alcuni estratti:
Qual è l’impegno dell’Italia per rimanere nell’Unione Europea e nell’eurozona?
L’Italia è uno dei paesi fondatori dell’Unione europea, quindi non solo l’Italia appartiene all’Ue, ma è stata e continua a essere centrale. Per quanto riguarda l’eurozona, non ci sono adesso discussioni sull’uscita.
Ma alcuni dei leader italiani non sono d’accordo, sono noti come euroscettici.
I leader di questo governo hanno sempre affermato di voler rimanere nell’Ue. Niente nel programma del governo afferma il contrario. Non ci sono discussioni sull’appartenenza dell’Italia all’Ue o all’eurozona. [...]
I mercati la vedono come una figura molto rassicurante e anche se tante persone la rispettano non capiscono come questo governo possa aumentare la spesa, tagliare le tasse e mantenere il deficit dell’Italia sotto controllo.
Abbiamo appena iniziato a perseguire il nostro obiettivo, che è diminuire il rapporto debito/pil. Il deficit sarà in linea con questo.
Ma come potete farlo se si aumentano le spese e si tagliano le tasse?
Questo non è un problema. Le riforme per la spesa sociale saranno effettuate entro i limiti del deficit programmato. Il governo vuole introdurre un reddito di cittadinanza. Spendiamo molti soldi in molti istituti sociali che hanno tutte lo stesso scopo: sostenere i disoccupati o coloro che vivono in povertà. Dobbiamo prendere questi soldi e usarli per il reddito di cittadinanza. Dobbiamo cambiare la composizione della spesa. Non è possibile avere duplicazioni di istituti di welfare per gli stessi scopi.
I politici lo capiscono?
Sì, certo, non sono stupidi. Poi dobbiamo cambiare la composizione delle tasse.
Come?
Dobbiamo introdurre una flat tax.
Con la flat tax otterrete le stesse entrate?
Dipende dal livello della tassa. Se diminuisci alcune tasse, devi aumentare le entrate da altre tasse. Dobbiamo cambiare la composizione delle entrate e delle spese. In questo modo, possiamo organizzare la nostra riforma e allo stesso tempo rispettare il limite del deficit.
Il suo governo sta facendo una promessa dopo l’altra. La vostra politica economia non è insostenibile alla luce della fine delle misure di stimolo della Banca centrale europea?
I nostri leader politici non hanno mai detto di voler introdurre queste riforme per aumentare il deficit.
No, ma hanno detto che vogliono ritirare i cambiamenti nel sistema pensionistico e tagliare le tasse andando verso una flat tax e anche aumentare la spesa. Come farà a non aumentare il vostro deficit?
Il governo è d’accordo sul fatto che tutte le riforme che introdurremo rispetteranno il limite del nostro deficit.
Potete rispettare il limite di spesa di Maastricht del 3 per cento? (Uno degli obblighi del Trattato di Maastricht era che i membri avessero deficit annuali non superiori al 3 per cento del pil).
Abbiamo accettato di rimanere entro i limiti con l’aggiustamento strutturale.
(Intervista al Washington Post, 23 luglio)