L'opposizione non si fa con populismi di serie B
L’alternativa non si costruisce sognando alleanze con i populisti di governo
Le opposizioni al governo nazional-populista si impegnano in una sequela di polemiche e di critiche sui vari aspetti dei provvedimenti emanati o promessi dall’esecutivo. E’ normale ma non basta. La guerriglia parlamentare ha un senso quando si punta a dare una spallata che faccia cadere un equilibrio politico traballante, allo scopo di andare rapidamente a un nuovo confronto elettorale. Ma le opposizioni non sono pronte a questo eventuale ritorno all’elettorato. Proprio tenendo conto di questa condizione, di cui sono consapevoli, dovrebbero spostare l’attenzione su una prospettiva non di brevissimo termine e cercare di costruire un’alternativa. Non è facile neppure questo, ma a un governo che sembra proseguire la campagna elettorale non serve rispondere accettando quel terreno di discussione, peraltro assai scivoloso. Se il governo dovesse cadere per le sue divisioni interne, il centrodestra si troverebbe a dover accettare una competizione guidata dalla Lega, ma il Pd si troverebbe stretto tra una ipotetica e sciagurata alleanza subalterna con i 5 stelle e una battaglia solitaria dall’esito che appare poco propizio. Meglio quindi lavorare fin d’ora per una prospettiva diversa, che non può consistere soltanto in un ritorno alla mitica “base”. La politica deve rivolgersi al popolo, ma per illustrare un’idea e una visione, non solo per enfatizzare le istanze popolari, mestiere, peraltro, nel quale gli attuali partiti di governo sembrano insuperabili. Ragione di più per non inseguirli e scimmiottarli, cadendo nella trappola del populismo di serie B. E per farlo, più che pensare a come allearsi un domani con il 5 stelle, occorrerebbe ricordarsi una cosa semplice: un’alternativa la si costruisce solo tenendosi a debita distanza da un populismo che in poche settimane ha già messo in discussione la credibilità di un paese.