Bersani, non rottamare te stesso
Il centrosinistra non ha smontato i monopoli, li ha privatizzati (meglio di niente)
Pier Luigi Bersani rivendica di aver privatizzato e liberalizzato, e di questi tempi è lodevole. Nel titolo dell’intervista rilasciata a Repubblica si legge, tra virgolette, che “il centrosinistra ha smontato i monopoli”. Va detto che questa frase Bersani non l’ha pronunciata, forse perché sa benissimo che dopo i monopoli pubblici sono venuti i monopoli, o gli oligopoli, privati. Le privatizzazioni sono riuscite, le liberalizzazioni no, e Bersani farebbe bene a riconoscerlo, anche perché non si può dare solo ai governi la responsabilità dell’assenza di spirito competitivo nel capitalismo italiano, abituato ai salotti buoni e alle convergenze più che alla concorrenza (e quindi più alle concessioni che alle gare). Si poteva fare di meglio? Sicuramente, e questo vale per i governi di centrosinistra e per quelli di centrodestra. Nella vicenda messa tragicamente in luce dal crollo di Genova si possono leggere le tante debolezze del sistema Italia, che non sono solo politiche. Volersene tirare fuori enfatizzando i risultati della propria stagione non serve ad avviare la riflessione severa ma razionale che sarebbe necessaria, in assenza della quale primeggiano gli ukase statalistici di Luigi Di Maio.
Bersani conclude la sua intervista invitando il Pd a riconoscere i suoi errori per avviare una nuova fase, un consiglio che dovrebbe dare prima di tutto a sé stesso. Il centrosinistra, di cui Bersani dà una lettura così entusiastica, ha scontentato gli elettori esattamente come quello di Matteo Renzi, la secessione bersaniana non ha convinto quasi nessuno. Risalire la china sarà difficile per tutti, e con questi toni Bersani rischia di rovinare quel che di buono c’è nella sua posizione: una difesa delle privatizzazioni, che di questi tempi richiede, non solo a sinistra, una certa dose di coraggio politico e di coerenza morale. Che per questo va apprezzata, nonostante tutto.