Bravo questo Churchill, ma troppo elitario
L’errore di Zingaretti su Macron (e sul Pd) e su ciò che accade in Europa
Il congresso del Partito democratico è iniziato ed è una buona notizia, perché iniziano a emergere le principali linee guida del nuovo corso, che vanno dalla riforma del capitalismo all’apertura al Movimento 5 stelle. Vaste programme. Chi ha acceso i motori da tempo, con l’intenzione di non avere più un nemico a sinistra, è il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti che ieri ha rilasciato il suo manifesto programmatico con un’intervista a Repubblica. La riconnessione sentimentale con il popolo della sinistra, opposizione al governo gialloverde (ma più ai verdi che ai gialli) e derenzizzazione del partito (e di ciò che resta della ditta). Un aspetto importante è quello che riguarda l’Unione europea e le elezioni dell’anno prossimo, visto che i partiti di maggioranza sono già in campagna elettorale e Salvini ha già gettato le basi per l’internazionale sovranista incontrando Viktor Orbán. E’ la destra più pericolosa che ci sia, “illiberale”, dice Zingaretti.
Come si risponde a una minaccia del genere? Con un’alleanza europeista? Eh, non proprio. Innanzitutto non con i tedeschi, perché “l’Ue si è piegata troppo agli interessi della Germania” e poi anche con i francesi mica tanto. Zingaretti “non esclude una alleanza politica con Macron”, perché c’è “contatto”, però non troppo. Anzi, serve meno Macron, perché è “elitario, repubblicano ma rappresentativo dei piani alti della società francese”. Insomma, si parva licet, è come se alla fine degli anni ‘30 con Mussolini al potere, alleato di Hitler che ha stretto un patto con Molotov, uno dovesse allearsi con sir Winston Churchill. Per carità, un bravo ragazzo, c’è anche contatto. Però non dimentichiamo che è un aristocratico, elitario e pure di destra.