Il partito unico è una boiata pazzesca
Caro Cav., un centrodestra che si diluisce in Salvini si arrende
Un nuovo partito di centrodestra in cui, sotto l’indiscutibile egemonia leghista, si sciolgano Forza Italia e i residui della destra post missina, viene ipotizzato come strumento per superare l’anomalia del governo di contratto e ripristinare una specie di bipolarismo classico. Il corollario sarebbe un’analoga operazione simmetrica di accodamento del Pd ai 5 stelle. L’idea viene attribuita a Silvio Berlusconi, il che naturalmente andrebbe verificato, ma rappresenta un cedimento strutturale dell’impianto fondamentale, liberale ed europeista, del movimento che ha costruito il bipolarismo che ha contrassegnato la politica italiana dell’ultimo quarto di secolo.
Quali siano le opportunità e le convenienze immediate, a cominciare dal timore di un confronto elettorale che si presenta assai arduo per Forza Italia, e l’interesse della Lega a scavalcare le sentenze che la depauperano attraverso la fondazione di una formazione politica differente, resta un problema non è di stile, ma di dignità politica.
Sperare che basti dividere la Lega dai 5 stelle per riportarla alla ragione moderata è un’illusione pericolosa, che oltre tutto è ancora soltanto una speranza. La generosità di Berlusconi, che lo spinse a federare formazioni diverse cedendo spazio pur di ottenere l’unità, non sarà imitata da Salvini, non solo per differenze di carattere ma per la logica intrinseca di una scelta protestataria come asse dell’iniziativa politica.
Il partito unico così concepito sarebbe la tomba dei moderati, che prima di farsi seppellire dovrebbero provare a combattere, a raccogliere le forze che non si arrendono all’irrazionalità e che sono vaccinate contro l’estremismo. Chissà che alla fine il risultato non sia assai meno disastroso di quel che viene indicato dai sondaggisti.