Ritratto di ministro con plastico
La foto di Toninelli ci dice che smascherare la fuffa populista si può
Se non fosse per Bruno Vespa che gli staziona accanto, il ministro Danilo Toninelli potrebbe sembrare un laureando in architettura alla discussione della sua tesi. La cravatta è quella, il plastico pure. La foto – o la trasmissione durante la quale è stata scattata – l’avete vista tutti, ha girato parecchio, ha fatto molto arrabbiare (suscita sentimenti forti, il nostro ministro): c’è lui che, sorridente come e più che nel selfie con famiglia che s’è scattato ad agosto mentre a Genova c’era l’inferno, sorregge un plastico del ponte Morandi. La ricostruzione di una vicenda servendosi di un modellino in scala è uno dei blocchi più fortunati e seguiti di “Porta a Porta” e fa impressione vedere recitarci dentro un ministro Cinque stelle, a suo agio come un attore, e per di più con l’espressione felice da cerimonia.
C’è stata indignazione, naturalmente, ma forse avrebbe dovuto indignare di più il fatto che, dopo un mese, doveva presentarsi col plastico del ponte nuovo. Altrettanto inevitabile è ricordare che il movimento cui appartiene Toninelli, prima di diventare la seconda forza politica del governo si diceva assolutamente contrario all’esposizione mediatica dei politici, osteggiava i giornalisti, specie quelli “di regime”, sosteneva che certi teatrini erano una commedia del potere nella quale i governanti andavano a raccontar balle. La teoria grillina ci dovrebbe dunque suggerire che Toninelli era lì a dire balle. Ma in realtà il senso del nostro ragionamento è diverso: se basta un plastico da Vespa per mettere a nudo le contraddizioni del governo (ridere accanto a un ponte simbolo di una tragedie, really?) figuriamoci cosa potrà succedere quando i talk show decideranno di sfidare la Casalino Associati invitando i ministri solo a condizione di non fargli fare monologhi solitari. Si può fare.