La Foa Associati fa guai anche con gli ebrei
Storia di una pazza domanda del Corriere al nuovo presidente della Rai
Era difficile immaginare qualcosa peggiore dell’audizione di Marcello Foa in Commissione di Vigilanza, dove gli è stato chiesto poco e lui ha risposto a nulla. E invece, il giorno dopo, ci è riuscito il Corriere della Sera con un’intervista al nuovo presidente della Rai affidata a un suo caro amico. Si potevano fare davvero tante domande. Ad esempio si poteva chiedere al massimo rappresentante della televisione pubblica di spiegare come mai utilizza come fonti giornalistiche siti complottisti completamente screditati, come mai scrive prefazioni a “intellettuali” cospirazionisti che ritengono l’Aids “un inganno” e Obama membro di una setta oltreché discendente di Carlo Magno, cosa non condivide della “verità ufficiale” sull’11 settembre e quali sarebbero i “buchi neri nella ricostruzione dell’attentato più spettacolare della storia”, o magari su quali basi ritiene i vaccini pericolosi e se ancora se la sente di scagionare Putin e il governo russo per l’avvelenamento di Skripal.
Nulla di tutto questo. Ma ciò che è più sorprendente non sono tanto le domande omesse, ma quelle fatte. Come questa: “Lei è ebreo? Glielo chiedo solo perché i suoi detrattori l’accusano persino di questo”, chiede il giornalista. Più assurda sembra la risposta di Foa: “No, sono cattolico, come i miei genitori … Era ebreo il nonno Egizio”. Ora, a parte che non risulta che qualcuno – se non forse tra gli amici e gli ambienti frequentati da Foa – lo abbia mai “accusato” di essere “persino” ebreo. Ma davvero il principale quotidiano italiano ritiene che essere ebreo sia un’accusa? E fra tutte le fake news diffuse da Foa, ciò che gli si chiede di negare è che sia ebreo? Quasi come se fosse quella la ragione della sua inadeguatezza alla presidenza della Rai.