Le parole contro la paura
Libertà, e poi? I lettori, il governo e i termini giusti per costruire un’alternativa alla politica dello sfascio
I populisti, ha scritto il direttore Claudio Cerasa, hanno dei messaggi tanto pericolosi quanto chiari che riescono a imporre nel dibattito pubblico. Per chi invece considera quei sogni come degli incubi il problema è proprio questo: essere senza parole. Qual è la parola giusta intorno alla quale costruire un’alternativa alla politica dello sfascio? Noi diciamo libertà, voi? Scriveteci qui: [email protected]. In questa pagina pubblichiamo alcune delle centinaia di email che abbiamo ricevuto. Nei prossimi giorni continueremo a pubblicare i vostri contributi più significativi.
Al direttore – Colgo l’invito di Cerasa: la mia parola è uguaglianza. Perché? La lotta per una società più giusta dovrebbe partire dal riconoscere i diritti dei più deboli, di chi non ce la fa e che è tenuto a margini. Una parola di speranza, che guarda a ciò che dovrebbe essere ancora fatto per ridurre le disuguaglianze nel nostro Paese e che purtroppo si scontra contro un clima rovente di chi, invece, sta alimentando solo la lotta tra gli ultimi confondendo strumentalmente i piani del problema legato alla crescita della povertà.
Antonio Scotti
Al direttore - Platone, se ne intendeva più di noi tutti, aveva chiaramente capito che la Libertà, non coincide col giusto, anzi se ti fa ubriacare, perché interessati “coppieri” la versano in continuazione nelle gole delle masse, porta inevitabilmente al suo contrario. Il 1789 generò Napoleone Imperatore, il 1917 Stalin, Mussolini, Hitler, Franco, ecc. A suo tempo feci la metafora: la Libertà è come una formula uno, non si può far credere che tutti la possano e la sappiano guidare. Oggi il concetto di Libertà è scaduto a quello di Licenza. Ci siamo così ubriacati della Parola da togliergli il suo vero significato che postula l’uso responsabile della stessa. Comunque non sta accadendo niente di non già visto. L’elemento nuovo è solo la tecnologia che permette di comunicare in tempo reale e amplifica a livello mondiale “la cronaca” e genera sensazioni, percezioni, opinioni, desideri. Olim si ricorreva alla ratio, oggi alla peristalsi intestinale. Diagnosi del principio di realtà.
Moreno Lupi
Al direttore - Cultura.
Oriella Ferrante
Al direttore - Rispetto e tolleranza.
Andrea Rossi
Al direttore - Verità.
Filippo Sensini
Al direttore - Sono veramente preoccupata di questa maggioranza, sia per il contenuto dei programmi che per il modo di di rivolgersi alle istituzioni. È disgustoso ascoltare ogni giorno, queste persone, è anche offensivo chiamarle persone, sono barbari e soprattutto con la loro arroganza e ignoranza sono dilettanti allo sbaraglio, non so dove ci porteranno a sbattere ma certo è che non hanno il diritto di distruggere il nostro Paese anche se mal ridotto in tutti i sensi.
Maria
Al direttore - E se per una volta la parola fosse: Cretinetti? Loro demoliscono statisti con parole simili, che sorprendentemente funzionano per tante persone. Facciamolo anche noi, vi prego, inutile far ricorso a concetti elaborati.
Laura Mariano
Al direttore - Per me la parola contro gli oscurantismi e i sovranismi e per costruire un’alternativa alla politica dello sfascio è responsabilità. Responsabilità vuol dire tenere in considerazione le conseguenze delle proprie decisioni e azioni, soprattutto se si è nella condizione di detenere un potere pubblico. Rendere conto ai cittadini, non abusare del potere di cui si dispone, rispettare limiti e regole, non violare i principi costituzionali. Responsabilità significa avere cura della polis, contemperare i diversi interessi, ottemperare all’obbligo della trasparenza, usare un linguaggio consono al ruolo che si svolge. Non usare le istituzioni per fini privati. E uno scopo privato è anche la ricerca di facili consensi elettorali a danno del bene comune. In sintesi, responsabilità pubblica significa rispettare le istituzioni e svolgere il proprio ruolo con “disciplina e onore”, come recita l’art. 54 della nostra Costituzione. Che non è una pura questione di forma, ma di sostanza politica ed etica: vuol dire che si impegna nel ruolo pubblico la propria personalità oltre se stessi, cioè oltre il bene privato, consapevoli che ci si sta occupando del mondo e del bene comune. Agire responsabilmente significa farsi carico di questo mondo comune e risponderne pubblicamente.
Vittoria Franco
Al direttore - Verità.
Riccardo Volpi
Al direttore - Studio e conoscenza.
Maria Rossi
Al direttore - Quello che oggi è pericoloso e irritante è il fatto che l’attuale classe politica (quasi tutta) manca di cultura, educazione, stile . L’articolo di Claudio Cerasa di oggi mi rappresenta. Bravo!
Stefano Bianchi
Al direttore - Educazione rispettosa.
Gianni Ceccarelli
Al direttore - La mia parola è: conoscenza.
Mario Romoli
Al direttore – Non posso che condividere al 100 pe il contenuto dell’articolo di Cerasa. Dobbiamo fare qualcosa. Continuate cosi per scacciare gli incubi.
Riccardo Corsi
Al direttore – Rinascimento… Il problema è trovare le menti e le personalità di e per la rinascita prima che ci estinguiamo.
Gennaro Pinto
Al direttore - Umanità, aggettivo e sostantivo.
Arturo
Al direttore - Soldi, nostri e dei nostri figli. È inutile pensare a concetti complessi, parliamo a gente che pensa poco, come i tifosi di calcio. Devono essere raggiunti da messaggi semplici. À la guerre comme à la guerre.
Renato Lo Coco
Al direttore – Libertà.
Giovanni
Al direttore - Sono un vostro affezionato lettore e abbonato. Secondo il mio modesto parere la parola giusta, più che libertà, è intelligenza. Comunque, tenete duro.
Marco Pascucci
Al direttore - Libertà.
Vilma Bragagni
Al direttore - Buongiorno, la politica sfascista del governo del cambiamento rappresenta perfettamente la società sfascista presente oggi in Italia dove le persone sono sempre più sole, senza punti di riferimento valoriali e culturali. Non esiste più una rete comunitaria e sociale che ci costringa a reprimere i nostri istinti più egoistici e ci insegni che convivere significa prendersi cura degli altri, e non averne paura. Io penso che la parola sia convivenza.
Tomas Toscano
Al direttore - Proprio ieri stavo facendo questa riflessione e sono arrivato alla stessa conclusione: adesso in gioco c’è la nostra libertà!
Vittorio Negrini
Al direttore - “Appello ai Liberi e Forti” pensiero di don Sturzo.
Matteo Ferrari
Al direttore - Libertà fraternità democrazia fratellanza, solidarietà.
Rabuano
Al direttore - “Domani”.
Gaetano Cuppone
Al direttore - Democrazia: oggi e sempre.
Mario Masia
Al direttore - Parole contro il nuovo corso politico: mitomani, mangiapane a tradimento, guerrafondai, imbonitori, complessati, ignoranti, illiberali, antidemocratici, falsi.
Giovanni Orsi
Al direttore - La parola giusta da usare contro il populismo sfascista è coesione.
Davide Stefanelli
Al direttore - Libertà.
Giovanni Verdini
Al direttore - Si, per me oltre alla vostra bella “liberta” c’e’ un’altra parola altrettanto bella, di cui adesso mi sento derubata, ed e’ dignita’, quella che non si ottiene per decreto, e che questa brutta gente ci sta togliendo facendoci sprofondare nella vergogna.
Alessandra
Al direttore - Moderazione, serietà, educazione, competenza, sincerità, umiltà, civiltà.
Eliese Steiner
Al direttore - Condivido tutto detto sul populismo dai bulli Salvini/Di Maio. Ma vi invito anche a proporre una grande mobilitazione di cittadini sullo stato in cui versa Roma. L’ex sindaco Marino chiuse la discarica di Malagrotta la Sig. Raggi ha aperto la discarica di Roma. Grazie
Giovanni Artenio
Al direttore - La parola giusta da usare contro il populismo sfascista è coesione.
Davide Stefanelli
Al direttore - Futuro.
Ugo Cuciniello
Al direttore - Sono seriamente preoccupata per la situazione del nostro paese. Condivido quanto affermato da Cerasa. Il degrado culturale e sociale sono il brodo di cultura che favorisce svolte autoritarie. E uso la parola autoritarie come eufemismo. La volgarità e l’irrisione di valori quali la solidarietà e il rispetto dei diritti umani desertificano la nostra anima facendoci assuefare al peggio.
Vilma Cappello