L'altra lezione francese a Salvini
La politica migratoria del ministro è sbagliata. Glielo insegna la Gendarmerie
I due immigrati trasportati illecitamente in Italia da agenti della Gendarmerie francese, come i charter minacciati dal ministro dell’Interno tedesco, fanno gridare ai governanti sovranisti contro la volontà altrui di trasformare il nostro paese in una discarica di immigrati clandestini. I mezzucci adottati da grandi paesi, magari per strizzare l’occhio ai sovranisti interni (che sono poi alleati dei nostri) sono insopportabili. Criticarli è giusto e dovrebbero farlo tutti. Chi però, paradossalmente, ha meno diritto di farlo è proprio Matteo Salvini, perché è la sua politica che rischia di far diventare davvero l’Italia una discarica di migranti. Salvini vuole rompere con i paesi che, salvo poi non applicarlo, hanno approvato il principio della redistribuzione continentale dei richiedenti asilo, mentre cerca alleanze con i paesi che non hanno mai accettato e mai accetteranno un profugo.
Per la sua collocazione geografica, che nessun partito può cambiare, l’Italia si trova al centro dei processi migratori dall’Africa all’Europa. Questo è un fatto, e i fatti hanno la testa dura. Quel che si poteva fare per limitare questi flussi era già stato fatto da Marco Minniti, senza bisogno di rompere con l’Europa, anzi con un consenso continentale assai ampio, e senza esibizioni gladiatorie. Illudersi invece che si possano espellere centinaia di migliaia di immigrati irregolari già presenti sul territorio è puramente utopistico. Peraltro in questo modo si giustificano le espulsioni praticate da altri in direzione dei nostri confini.
Evitare la solitudine dell’Italia sui problemi migratori che la colpiscono è giusto, la via dell’isolamento però va in direzione esattamente opposta agli obiettivi che ci si pone. Non saranno certo l’Ungheria, l’Austria o la Polonia (o Marine Le Pen) a fornirci l’aiuto di cui abbiamo bisogno e di cui abbiamo, almeno moralmente, diritto. Anche questo è un fatto, anche questo ha la testa dura. Tutto ciò non giustifica le furbizie della Gendarmerie, immediatamente declassate a spiacevoli errori dal governo francese, ma serve a metterlo sullo sfondo realistico di una politica autolesionista dell’Italia, almeno di quella di Salvini.