Una scena del film Troy

Il sovranismo truffa dei cavalli di Troika

Redazione

Dicono di volere sfuggire alla Bce e invece si rimettono al suo volere

Se il governo Lega-M5s non avesse un pedigree sovranista verrebbe da pensare che il suo preciso interesse sia quello di assoggettare l’Italia alle decisioni dell’odiata Bce. Il ministro per gli Affari economici, Paolo Savona, quasi non passa giorno senza invocare un intervento emergenziale dell’Eurotower per evitare che l’Italia corra il rischio di non riuscire a rimborsare gli interessi sui titoli pubblici diventati troppo onerosi per l’aumento vertiginoso dei rendimenti provocato dal governo stesso.

 

Savona, così facendo, non solo dà un segnale contraddittorio – andremo avanti sulla manovra bocciata dalla Commissione europea ma avremo bisogno di aiuto perché ci stiamo schiantando – ma di fatto invoca l’Omt, l’unico strumento emergenziale a disposizione di Mario Draghi. L’Omt corrisponde a un commissariamento: il governo che lo richiede deve trattare con il Meccanismo europeo di stabilità le condizionalità per ricevere l’assicurazione di acquisti illimitati di titoli pubblici dalla Bce. Significa assoggettarsi alle condizioni concordate con il “sovrano” della zona euro: l’esatto opposto dell’emancipazione dalle tecnocrazie europee per cui si batte il governo gialloverde.

 

La possibilità dell’arrivo della Troika – anche se con l’Omt il coinvolgimento del Fmi non è automatico – è ormai discussa dagli analisti come scenario in caso di conflitto prolungato tra Roma e Bruxelles. Non solo. Come interpretare il fatto che l’assenza dell’ex M5s e ora leghista Marco Zanni alla riunione dei coordinatori della commissione economica del Parlamento europeo abbia determinato il pareggio ai voti tra l’italiano Andrea Enria e l’irlandese Sharon Donnery per la presidenza della Vigilanza della Bce? In teoria rinunciare a votare per un candidato italiano è la scelta meno sovranista e più europeista possibile: parteggiare a prescindere per il funzionario del proprio paese va contro lo spirito paneuropeo del “non ci sono bandiere”. Ma non votare, rinunciando a una facoltà politica, determina in questo caso il pareggio e lascia la scelta in mano alla Bce. Né sovranisti, né europeisti: i gialloverdi dicono di sfidare i tecnocrati di Francoforte e Bruxelles, ma in realtà si rimettono al loro volere. Cavalli di Troika.