Giulia Grillo e il paradigma antiscientifico
La sostituzione del consiglio superiore della Sanità e il problema degli “esperti”
Non è facile intuire le ragioni che hanno indotto la titolare del ministero della Salute, Giulia Grillo, a congedare gli esperti del consiglio superiore di Sanità, nominati dal precedente esecutivo, senza peraltro averli neppure conosciuti. Il consiglio è un organo di consulenza del ministro, fornisce pareri obbligatori su una serie di materie e su richiesta del ministro o delle direzioni generali del ministero. I suoi pareri non sono vincolanti, quindi non possono intralciare le scelte politiche, sempre che esistano. Forse la decisione corrisponde all’idea, largamente diffusa tra i grillini, che le competenze contrastino con la libertà decisionale della politica, idea che può avere un fondamento quando si tratta di tecnici che esercitano funzioni politiche senza tener conto del consenso, ma che non funziona quando si tratta di pareri scientifici, tanto più in materie decisive e in cui la competenza specifica è fondamentale.
Nella scienza non vale il principio di maggioranza: una moltitudine di ignoranti non prevale, in quel campo, su un manipolo ristretto di ricercatori e di scienziati. In questo caso non si tratta nemmeno di occupazione del potere, com’è accaduto per l’Agenzia spaziale, o di pura improntitudine, come si è visto quando il ministro delle Infrastrutture ha nominato i consulenti per la vicenda del ponte crollato a Genova, senza controllarne le credenziali. Qui c’è la convinzione che l’opinione popolare, meglio ancora quella prevenuta, prevale su quella degli esperti, come si è visto nella grottesca campagna contro le vaccinazioni. Vedremo ora come saranno sostituiti i membri del consiglio, di quali nuovi consulenti Giulia Grillo vorrà circondarsi. E forse allora si avrà la conferma (o, speriamo, la smentita) delle ragioni ideologiche e antiscientifiche che condizionano un ministero dalle caratteristiche peculiarmente tecniche, come almeno finora è stato.