La decrescita infelice delle istituzioni
Con il taglio alle indennità, il M5s vuole far fare politica solo ai ricchi
L’unica ambizione del governo felpastellato, o quantomeno di una sua parte, è promuovere la decrescita infelice delle istituzioni. Il Parlamento va trattato come una scatoletta di tonno, la democrazia è quella di Casaleggio (uno vale uno, cioè uno vale l’altro) e, notizia di Capodanno, gli stipendi dei parlamentari vanno tagliati. Lo hanno annunciato dalle vacanze in montagna Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio: “Regaleremo una bella legge per tagliare gli stipendi a tutti i parlamentari della Repubblica”, hanno detto Dibba e Di Maio, che già avevano promesso molto nel 2018, a partire dell’abolizione della povertà (la loro sicuramente, è sul resto che c’è molto da lavorare).
La decrescita dei Cinque stelle prevede l’infelicità collettiva, non un elevamento delle generali condizioni di vita; sicché il popolo sta meglio solo se tutti stanno un pò peggio, a cominciare dai politici. Eppure lo aveva già spiegato bene Max Weber nella prima metà del Novecento: una classe politica per essere indipendente ha bisogno di una indennità adeguata per l’incarico che ricopre. Il motivo è semplice: la democrazia, specie quella parlamentare, ha un costo ed è giusto sostenerlo. “Un reclutamento non plutocratico del personale politico, dei dirigenti e dei loro seguaci, è legato – scrive Weber ne “La politica come professione” – all’ovvio presupposto che dall’esercizio della politica provengano a questi politici dei redditi regolari e sicuri. La politica può essere esercitata o ‘a titolo onorifico’, e quindi da persone, come si è soliti dire, ‘indipendenti’, cioè benestanti, soprattutto in possesso di rendite; oppure il suo esercizio viene reso accessibile a persone prive di beni, che quindi debbono ricevere un compenso. Il politico che vive della politica può essere un puro ‘percettore di prebende’ o un ‘impiegato’ retribuito”. Il taglio degli stipendi è la migliore via per far partecipare alla politica soltanto i benestanti.