Ringraziare Prestigiacomo sui migranti
L’azione dell’ex ministro e la sopravvivenza di un centrodestra moderato
Stefania Prestigiacomo non è una sprovveduta, se ha deciso di salire sulla nave dei migranti al largo della sua città lo ha fatto a ragion veduta. Aveva messo in conto gli attacchi e gli insulti della destra più becera, le accuse di subalternità ai “comunisti”, l’insinuazione di voler far saltare le (possibili?) intese future tra Forza Italia e la Lega. Nella sua formazione, essenzialmente cattolica, c’è sempre stata anche una passione per i diritti civili di marca radicale, e ne ha dato prova da ministro delle Pari opportunità costituendo l’Ufficio contro le discriminazioni razziali che deve realizzare la legge, da lei stessa promossa contro le discriminazioni di origine etnica. Ha poi, da ministro dell’Ambiente, imposto rigidi vincoli alle trivellazioni offshore.
Vale la pena di ricordare questi precedenti per chiarire come la sua recente scelta si inserisca in una linea coerente e non sia affatto un’alzata d’ingegno o una provocazione personalistica. D’altra parte anche Silvio Berlusconi ha invitato il governo a consentire lo sbarco dei migranti, il che dimostra che l’azione della Prestigiacomo, per quanto personale, non fosse affatto polemica nei confronti del suo partito. Si può dire, al contrario, che contribuisce a definire una posizione non subalterna di Forza Italia anche nell’ambito di una ipotetica ripresa dell’alleanza di centrodestra. Sono quelli che si appiattiscono sulla propaganda di Matteo Salvini che compromettono le residue possibilità di ripresa e di affermazione di un’area moderata. Anche per chiedere una corresponsabilità dell’Europa nella gestione dei flussi migratori, rivendicata anche dalla Prestigiacomo, è necessario dimostrare di condividere i princìpi umanitari cui si chiede agli altri, giustamente, di ottemperare con maggiore coerenza. Prestigiacomo non ha solo salvato l’onore dei moderati, ha sottolineato l’esigenza di un loro ruolo autonomo e costruttivo. Per questo va ringraziata, non dileggiata.