La Semplificazione è un mostro giuridico
La commissione permanente sulla Pa è un assist al partito dell’immobilismo
Un vero mostro giuridico rischia di abbattersi sul sistema parlamentare e democratico italiano attraverso il cavallo di Troia che risponde al nome di “semplificazione normativa”, la riforma voluta dal ministro per la Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. Giovedì scorso, infatti, il Consiglio dei ministri ha approvato il ddl di delega al governo “in materia di semplificazione e codificazione”. Il testo prevede che, una volta approvata la delega dal Parlamento, il governo potrà adottare decreti legislativi di semplificazione delle norme in un elenco infinito di materie: attività economiche, energia, ambiente, edilizia e governo del territorio, acquisto di beni e servizi da parte della Pa, cittadinanza e innovazione digitale, prevenzione della corruzione e trasparenza, giustizia tributaria, salute. Il compito di assicurare l’attuazione delle misure di semplificazione viene attribuito a una nuova commissione permanente, composta da magistrati, giuristi ed esperti, che si affiancherà alla già esistente “Unità per la semplificazione” (alla faccia della semplificazione). Ma i poteri attribuiti alla commissione permanente non finiscono qui. L’articolo 1, lettera b, del ddl infatti assegna alla commissione anche il compito di esprimersi sulla “conformità alla legge e alle altre disposizioni normative degli adempimenti e degli oneri regolatori, inclusi quelli amministrativi e informativi, richiesti da provvedimenti amministrativi, da atti amministrativi generali e da atti normativi di rango secondario”. Ogni provvedimento adottato dalle amministrazioni pubbliche, insomma, sarà vagliato da questa speciale commissione, che potrà sospendere gli atti o imporre alle Pa modifiche a cui adeguarsi. Al governo c’è chi ha scambiato la semplificazione per la complicazione e per il conferimento di poteri assoluti in mano di pochi.