Il mito smentito dei porti chiusi
I dati Eurostat, i pochi rifugiati in Italia e gli sbarchi dagli aerei
Non possiamo accogliere tutti i migranti del mondo, ma i dati pubblicati oggi da Eurostat sulle richieste di protezione internazionale nell’Unione europea dimostrano che il mondo dei rifugiati in Italia è molto piccolo. Nel 2018 la Germania si è piazzata al primo posto per numero di domande d’asilo con 161.900, seguita dalla Francia (110.500), dalla Grecia (65.000) e dalla Spagna (52.700). L’Italia è quinta con 49.200 richieste. La classifica rispetto alla popolazione è ancora più esplicita. La Grecia ha registrato 6.051 richieste di protezione internazionale per milione di abitanti, Malta 4.276, il Lussemburgo 3.694. Tra i grandi paesi, la Germania ha avuto 1.954 domande per milione di abitanti, la Francia 1.644 e l’Italia 813. Eurostat semmai conferma che la crisi non c’è più, se non nella bocca dei populisti che vogliono alimentare le paure degli elettori. In un anno il numero di richieste nell’Ue è sceso dell’11 per cento, appena sopra i livelli del 2014 e meno della metà del picco di 1,2 milioni del 2015 e 2016.
Su un anno il calo in Italia è impressionante, con un meno 61 per cento. Merito dei “porti chiusi”? Forse, ma poco. Perché a continuare sono soprattutto i movimenti secondari di chi è sbarcato in Italia e se ne va in altri paesi. Un aumento significativo di richieste di asilo è stato registrato in Belgio (+29 per cento) e Olanda (+27) che non hanno porti nel Mediterraneo. Da dove provengono i 110.500 che Macron accoglie (+20 per cento in un anno) nonostante i respingimenti a Ventimiglia e Claviere? E quelli che raggiungono la Germania, che ospita 1 rifugiato su 3 nell’Ue? Il caso della Spagna, che ha visto un netto aumento delle richieste di asilo nello stesso momento in cui aumentano i flussi nel Mediterraneo occidentale, smentisce il mito dei porti chiusi: a chiedere protezione internazionale sono stati 19.070 venezuelani, 8.455 colombiani, 2.400 honduregni e 2.240 salvadoregni sbarcati dagli aerei.