La guerra dei populisti al Terzo settore
Gaffe, 5 per mille, riforma bloccata. A Lega e M5s non piace la società civile
Il professor Stefano Zamagni, economista, da poco presidente della pontificia accademia per le Scienze sociali, in un’intervista ad Avvenire molto critica con il governo gialloverde (“Il Terzo settore è sotto attacco, un conflitto mai visto”) aveva sfoderato la parola greca aporofobia, “vuol dire disprezzo del povero”. E’ una buona sintesi di uno dei tanti paradossi di questo governo nato a parole per aiutare le fasce più deboli contro i politici e le caste, e che invece ha dimostrato di non capire, anzi di avversare, un settore della società civile che, tra l’altro, coinvolge 5 milioni di volontari, 800 mila occupati e decine di migliaia di enti non profit. Dalla campagna criminalizzante (e falsa) contro le ong in giù. Ma peggio sono gli atti e le omissioni del governo. Che in materia colleziona spesso gaffe, come quella sulla legge anti corruzione che in pratica equiparava gli enti non profit a organizzazioni politiche e, dunque, in sospetto di corruzione. Conte ha dovuto fare rapida marcia indietro, bacchettato anche dal presidente della Repubblica.
Oggi il Forum del terzo settore sarà in Senato per denunciare un’altra gaffe, con cui il governo vuole reintrodurre il tetto ai fondi erogati in base alla racconta del 5 per mille. Poiché nel 2017 gli italiani hanno dato più del limite fissato di 500 milioni, la quota eccedente non dovrebbe essere ridistribuita. Un bell’assurdo. Ma il pasticcio più serio è che il governo che dovrebbe occuparsi della “gente” e non della casta tiene ancora bloccata, e non si sa fino a quando, l’attuazione della legge di riforma: quella che dovrebbe fare chiarezza nel Terzo settore, anche ovviamente escludendo tutto ciò che spesso è stato un “terziario” non proprio trasparente, e dare certezza a chi invece costruisce impresa sociale e organizza la società civile. Invece ci sono più di 40 atti e passaggi normativi mai realizzati, tra il Codice per il Terzo settore, i regolamenti attuativi dell’Impresa sociale, e le scadenze relative al Registro unico nazionale. Esiste un Cabina di regia istituita dal governo, ma di fatto non è mai stata attivata. I due partiti che volevano liberare il popolo dalle grinfie di politici e burocrati si sta impegnando per soffocare una delle sue componenti sociali migliori.