Zero ong, tanti morti
Il caso Gregoretti smonta (ancora una volta) la favola di Salvini sui migranti
I vaneggiamenti di Matteo Salvini in tema di immigrazione trovano ulteriore conferma nell’ultima tragedia del Mediterraneo, che venerdì scorso ha causato la morte di almeno 150 persone al largo della Libia. Il caso della nave della Guardia costiera Gregoretti, ferma al porto di Augusta dal 26 luglio con a bordo 131 superstiti, ricorda molto quello della Diciotti dell’agosto 2018 e, a distanza di un anno, nulla sembra essere cambiato.
La strategia di Salvini affonda sotto i colpi della realtà dei fatti. Dalle partenze zero (circa 900 persone sono partite dalla Libia negli ultimi tre giorni), ai “porti chiusi” (l’ultimo arrivo sulle nostre coste, in ordine di tempo, è quello di altri 31 migranti sbarcati la notte scorsa a Crotone), fino alle ong-trafficanti di uomini (zero prove e relativi procedimenti già archiviati dalle procure di Palermo e Catania), all’obiettivo 10 mila rimpatri all’anno (dei 600 mila promessi solo l’1 per cento ha lasciato il nostro paese): nulla di quanto promesso dal vicepremier è stato realizzato e nessuna delle sue teorie complottiste è stata provata. Ma a differenza di quanto avvenuto con la Diciotti, oggi l’attenzione mediatica verso un nuovo, presunto sequestro di persona sembra minore e lo stesso Salvini ha tenuto un insolito basso profilo sui social.
Eppure il caso Gregoretti conferma che se 150 persone sono morte in mare la colpa non è stata certo delle ong, ormai assenti dal Mediterraneo. Il pull factor è una favola, e non da oggi. I dati del ministero dell’Interno – quello guidato incidentalmente proprio da Salvini – dicono che quest’anno, dal 1° gennaio all’8 luglio, i salvataggi compiuti dalle ong sono stati appena l’8 per cento del totale, con appena 248 persone recuperate. Sempre secondo il Viminale, nello stesso periodo le unità della Marina militare e della Guardia costiera hanno compiuto più salvataggi delle ong, con 339 migranti recuperati. L’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) rincara la dose e dice che con le ong in attività, tra il 1° e il 25 luglio, ci sono state 18 partenze al giorno dalla Libia. Senza navi umanitarie il dato è cresciuto a 86 persone salpate. Insomma, ecco la fuffa dell’“Italia assediata dalle ong finanziate da Soros”. Resta quel 92 per cento di sbarchi che non ha coinvolto nemmeno indirettamente le ong. Quella è la realtà dei fatti.