Raggi, la vignetta e le derive grilline
Il cattivo gusto del grillismo non va denunciato solo quando fa notizia
Uno dei grandi beneficiari della nuova maggioranza rossogialla è Virginia Raggi, mentre una delle maggiori parti lese rischia di essere la città di Roma (che di danni ne sta subendo già tanti). Il riallineamento del M5s a sinistra sta portando a chiudere gli occhi sullo stato disastroso della città e in alcuni casi – con sprezzo del ridicolo – si arriva addirittura a esaltare degli evidenti fallimenti. Prendiamo un caso marginale ma emblematico, quello di tale “Marione” (al secolo Mario Improta), a lungo vignettista ufficioso del M5s, chiamato da Virginia Raggi per realizzare una specie di fumetto propagandistico con la sindaca protagonista e con oggetto il Nuovo regolamento di polizia urbana. La Raggi ha diffuso questo materiale, costato 50 mila euro nelle scuole, e si è portata il suo ritrattista “Marione” in tour negli istituti scolastici a insegnare educazione civica. Nei giorni scorsi è scoppiata una polemica per una vignetta di Marione che rappresenta l’Unione europea come il lager di Auschwitz e Boris Johnson come un deportato che fugge sorridendo con la Union Jack in mano. La vignetta, brutta e volgare, racchiude le caratteristiche essenziali dello stile di Marione, un vignettista che non sa disegnare e non fa ridere. E per questo ha provocato la condanna dell’Auschwitz Memorial e della Comunità ebraica di Roma. Le polemiche hanno costretto la Raggi a prendere le distanze e a interrompere, di comune accordo, la collaborazione con il disegnatore. Il commento allo scivolone della sindaca dell’ex presidente della Camera Laura Boldrini è stato: “Brava Virginia Raggi che revoca l’incarico a Mario Improta. Chi non ha rispetto per le vittime del nazifascismo non ha niente da insegnare nelle scuole italiane”. Il punto è che Marione non si è trovato per caso nelle scuole, ma lì ce lo ha portato la Raggi. E lei sapeva perfettamente chi è “Marione”, un personaggio talmente caratterizzato da offese e cattivo gusto da essere stato escluso dal M5s dalle parlamentarie. Se la stessa cosa fosse accaduta qualche mese fa la sinistra avrebbe chiesto le dimissioni della Raggi, ora c’è chi le fa i complimenti. Non è un bel segnale.