Il populismo cade sempre sulla monnezza
Di Maio si dimette e Raggi bocciata sui rifiuti: il fallimento del M5s al governo
Le dimissioni da capo politico dei 5 stelle di Luigi Di Maio, sfiduciato dalla base parlamentare dopo esserlo stato dagli elettori, coincidono con la doppia bocciatura della sindaca di Roma Virginia Raggi da parte dei romani e del suo gruppo consiliare sull’apertura della nuova discarica. Di Maio è più importante della Raggi, il suo abbandono e l’esodo continuo di deputati e senatori mettono a rischio il governo soprattutto a Palazzo Madama. Ma il crollo personale e politico della Raggi è altrettanto grave, non solo perché quasi la metà del suo gruppo le ha votato contro, ma perché la sindaca è finita in minoranza sulla questione rifiuti, cioè l’ambiente. Che non solo è una delle due emergenze di Roma assieme ai trasporti, ma rappresenta pure una delle stelle del simbolo del movimento (un’altra sono proprio i trasporti) su cui il M5s ha costruito il suo consenso. Dopo tre anni e mezzo, una girandola di assessori e manager, inchieste giudiziarie e crisi delle municipalizzate, la Raggi non ha ancora spiegato come intende gestire i rifiuti della capitale. Niente discariche, niente inceneritori, niente termovalorizzatori tipo quelli che non solo a Copenaghen ma a Madrid e Bolzano producono ricchezza e tutelano l’ambiente. Il programma “rifiuti zero” del M5s si è rivelato in realtà “soluzioni zero”: nulla, se non inviare la spazzatura in giro per l’Italia e l’Europa a spese dei contribuenti. Fino alla decisione di tornare alla casella di partenza: un’altra discarica vicina al sito storico di Malagrotta, sulla cui chiusura il M5s ha costruito i suoi consensi, e farsi bocciare la proposta dai suoi consiglieri. Dimettersi da un incarico di partito è più facile che lasciare un posto di governo, ma Di Maio ha almeno preso atto della propria incapacità alla guida del partito. E la Raggi? Quale pensa sia il bilancio della sua gestione della capitale? Fare il sindaco di una metropoli è anch’essa una responsabilità nazionale, tanto che a lungo lo stesso Di Maio si è preoccupato di supervisionare e assistere la giunta Raggi per evitare danni politici nazionali. E la caduta in contemporanea di Luigi e Virginia rappresenta alla perfezione il fallimento del M5s al governo.