Manovre preelettorali di salute pubblica
Scuole inutilmente chiuse nelle Marche: il governatore contro il governo
Il presidente delle Marche, Luca Ceriscioli, ha deciso di chiudere le scuole della regione per una settimana e al premier Giuseppe Conte che contestava questa scelta ritenuta inutilmente allarmistica ha replicato confermando il provvedimento, nonostante l’impugnazione formale da parte del governo. “Il governo impugna la nostra decisione di chiudere le scuole? – ha detto – Sarà l’occasione per vedere chi ha fatto bene, noi o il governo che si oppone. Io non faccio alcun passo indietro. Anzi, l’impugnazione sarà utile per tutti, per la salute dei marchigiani e perché aiuterà il governo a tenere comportamenti più coerenti”.
Vale la pena di leggere attentamente questa dichiarazione: la scelta di agire in modo difforme dalle indicazioni delle autorità politiche e sanitarie nazionali viene giustificata con un generico riferimento alla salute dei marchigiani, e il rifiuto testardo di accettare l’impugnazione con l’invito al governo “a tenere comportamenti più coerenti”. Coerenti con chi e con che cosa? Che si adottino scelte diverse in regioni diversamente aggredite dall’epidemia è addirittura ovvio, che la prudenza non debba mai sconfinare nell’allarmismo ingiustificato dovrebbe esserlo altrettanto.
Ceriscioli, invece, crede di essere l’unico che può decidere. Gli altri, se non la pensano come lui, debbono solo pentirsi della loro presunta incoerenza. La scelta di andare a un braccio di ferro giudiziario con il governo è un atto politico di prima grandezza, che non riguarda però gli schieramenti, visto che la giunta marchigiana è di centrosinistra. Nasce il sospetto che in questo modo Ceriscioli voglia mettersi in luce in una fase preelettorale in cui pochi puntano su una replica del suo mandato. Le famiglie che dovranno sobbarcarsi i problemi pratici derivanti dalla chiusura delle scuole adottata in modo così sfacciatamente unilaterale sapranno chi ringraziare.
Se Ceriscioli crede di essere “en marche” o meglio “en Marche” si sbaglia, il protagonismo in una fase di difficoltà generali suscita vari sentimenti, a esclusione dell’apprezzamento.