C’è sempre una luce in fondo al tunnel, non c’è possibilità d’azione se non lo crediamo, e ancor più va tenuto presente in questa tremenda sfida globale del coronavirus. Il capitombolo di Christine Lagarde, che ha dato una spintarella al cambio di rotta epocale della Bce sul Qe anti pandemico da 750 miliardi di euro ci dice che un po’ di fortuna serve sempre, e aiuta gli audaci. Ma non è solo fortuna. Mai come adesso bisogna ricordare, e ringraziare, l’audacia e l’intelligenza tattica di Matteo Renzi nell’estate del 2019, quando colse al volo la gravità della situazione, con il leader sovranista Matteo Salvini che invocava pieni poteri, e per fermare un tale disastro – della democrazia e probabilmente dell’economia – s’inventò il governo che non poteva esistere, il Pd con l’ex alleato di Salvini, i Cinque stelle, e l’ex avvocato del popolo trasformato in politico di mediazione. Una mossa da Pietro Micca, quella di Renzi. Ha salvato l’Italia ma gli è costata la scomoda postura di sostenere-non sostenere il governo da lui stesso inventato, il che gli sta costando la scomoda postura di Italia viva nei sondaggi. Doppio onore a Renzi. Poi c’è l’altro Matteo. Ed è una fortuna, una bonanza, che non sia più al governo.
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