L'opposizione che non c'è
FdI e Lega si contendono la piazza e giocano con l’insubordinazione
Una sessantina di parlamentari e attivisti di Fratelli d’Italia si sono presentati davanti a Palazzo Chigi, distanziati l’uno dall’altro secondo le regole, con cartelli di critica al governo, che non rispetterebbe la Costituzione, e per esprimere il dissenso delle migliaia di italiani che rischiano il lavoro. Giorgia Meloni scrive che “la pazienza è colma”, ma, le si potrebbe rispondere che l’impazienza è cieca. Al di là del merito delle questioni sollevate, è la forma scelta, quella della mobilitazione di piazza, seppure limitata e controllata, che appare discutibile. Aizzare più o meno consapevolmente all’insubordinazione, in una fase così delicata, non è una gran prova di responsabilità.
La scelta di manifestare appare particolarmente curiosa se si tiene conto che proprio la Meloni aveva criticato l’appello di Matteo Salvini che subito dopo la conferenza stampa di Giuseppe Conte di domenica sera aveva scritto “torniamo nelle nostre strade e nelle nostre piazze, rispettando limiti e regole, ma c’è di mezzo il futuro e la libertà”. Giorgia Meloni, in un’intervista alla Stampa, pur condividendo le critiche a Conte, aveva detto di sì alla protesta, “ma la piazza sarebbe pericolosa” per ragioni sanitarie. Il giorno dopo questa polemica, Fratelli d’Italia scende in piazza e la Lega no.
Si direbbe che la confusione non regna solo nella maggioranza, oppure che Salvini si è fatto soffiare l’idea (che resta una cattiva idea) dalla sua alleata e antagonista nella destra di opposizione. Ora pare che Salvini cercherà di reagire con una specie di “occupazione” del Parlamento.
Pur con tutta la comprensione per le difficoltà che deve superare anche l’opposizione, si può sommessamente suggerire che invece di una gara a chi la spara più grossa sarebbe più utile al paese e all’opposizione stessa una anche incalzante campagna di proposte e di idee. Se ci sono. Eppure lo spazio di manovra ci sarebbe. Sia per puntare a migliorare l’opposizione sia per pensare persino a rivedere un giorno le geometrie del governo.