editoriali
Lo scontro irrazionale stato-regioni
Conte promette più flessibilità, ma i governatori rimandino la politica
Dire con tono minaccioso “nessuno soffi sul fuoco”, e “se ci sono ordinanze non coerenti invio una diffida”, senza evidentemente considerare che l’Italia è lunga e diversa anche durante l’epidemia, non è il migliore atteggiamento per un ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia. Il tratto dirigista si può evitare. Detto questo, lo “scontro istituzionale tra governo e regioni” sulla fase 2, come titolavano ieri i giornali, potrebbe essere gestito da tutti con meno adrenalina e meno furberia politica, e riportato ai gravi problemi da affrontare in un quadro di gerarchie e scelte razionale. Perché il Dpcm per la fase 2 sia stato poco aperturista, lo ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. L’economia è scontenta e molti territori sono scontenti, comprese regioni come la Lombardia ancora in condizioni di grave rischio. Ma inviare, da parte dei governatori del centrodestra, una lettera alle istituzioni in cui si denuncia “un accentramento dei poteri normativi in capo al governo secondo lo schema decreto legge + Dpcm” che avrebbe “posto problemi di compatibilità con la Costituzione”, è capovolgere l’ordine dei fattori. Il problema vero, da parte del governo, è che non basta affidarsi ai consigli dei tecnici e poi applicarla a situazioni assai differenti. Sarebbe stato meglio indicare i punti chiave e le direttive, e lasciare alle regioni la decisione di come muoversi entro quelle regole.
Del resto ieri Conte ha chiarito che “una volta che ci saranno gli strumenti di valutazione”, si potrà “concordare con le regioni un allentamento delle misure da parte dei governatori”. Non esattamente un golpe, ma una linea verso ciò che è necessario fare. Da parte delle regioni sarebbe opportuno agganciare i propri piani alle condizioni reali, come hanno fatto Toscana ed Emilia-Romagna ma anche regioni di altro segno politico, che hanno annunciato qualche passo in più oltre al Dcpm avendo le condizioni per farlo. Ieri il ministro della Salute Roberto Speranza ha diramato le indicazioni che regoleranno le aperture, in certi casi si potrà accelerare. Il governo ha fatto sapere che le ordinanze delle regioni sono “al 95 per cento” coerenti con il Dpcm. Lo scontro istituzionale si può rinviare.