Agricoltura, raccolta stagionale a rischio per emergenza coronavirus (foto Cecilia Fabiano/ LaPresse)

Siamo uomini o gerarchi minori?

Redazione

Sulla regolarizzazione dei migranti il Pd pare non voler scontentare Crimi

La ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, non cede sulla sanatoria per i migranti: ieri si è spinta addirittura a minacciare le dimissioni. Si tratta di una battaglia che coniuga la difesa dei diritti dei “clandestini” alla tutela della salute pubblica, e che risponde anche alle esigenze di un pezzo della nostra economia a corto di lavoratori (in particolare, nel settore agricolo). Intanto, il M5s, per bocca del capo politico Vito Crimi, ha contrapposto un secco niet: “Non accetto che vengano dati permessi di soggiorno temporanei”.

 

Dall’opposizione, la forzista Mara Carfagna, in un’intervista che trovate sul sito del Foglio, si è espressa a favore, ricordando “il coraggio che ebbero Berlusconi e Maroni” quando adottarono un provvedimento analogo. E il Pd? Il segretario Nicola Zingaretti latita. Altri parlano, ma senza alzare troppo la voce. Un gruppo di deputati del Pd, tra cui la responsabile Agricoltura Susanna Cenni, ha sottoscritto un documento a favore della regolarizzazione. L’ex segretario ed ex ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, e il titolare del dipartimento Lavoro, Marco Miccoli, concordano. Ma concordare e cercare di imporre una proposta nella maggioranza sono due cose diverse. E quella per la sanatoria non appare come una posizione forte del Pd: sarà che non vogliono accodarsi a una battaglia percepita come renziana, visto che l’ex premier se l’è intestata con coraggio dando pieno sostegno all’iniziativa di Bellanova?

 

Questo sospetto trova, se non proprio una conferma, quanto meno un riscontro nella cautela con cui gli esponenti del Pd evitano di rispondere al M5s. Per esempio, il ministro per il Sud Peppe Provenzano ieri ha twittato: “La campagna della destra contro le regolarizzazioni è un danno per agricoltura ed economia. Alternativa alla regolarizzazione è illegalità e sfruttamento di stranieri e anche italiani. A Matteo Salvini dico che a volere che le cose restino così non sono i ‘capitani’ ma i ‘caporali’”. Tutto vero, e giusta la polemica con Salvini (e Meloni). Qualcuno dovrebbe informare Provenzano & Co. che il vero ostacolo in Parlamento non sono i voti del Capitano Salvini, ma quelli del Gerarca minore Crimi.

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