Si è rivelato tutt’altro che facile adottare misure adeguate a fronteggiare una situazione grave, sebbene con caratteri differenti da quelli della primavera, tenendo conto delle articolazioni territoriali e delle esigenze economiche. Si cerca di intervenire con la logica del caso per caso, sperimentando misure graduate a seconda della diffusione del virus, e questo è ragionevole. Tuttavia bisogna evitare di creare situazioni troppo afflittive, che finiscono per avere effetti discriminatori. Si può ragionare sulla proibizione degli spostamenti al di fuori del comune di residenza? I comuni non sono tutti eguali, naturalmente: un conto è potersi muovere in una città dotata dei servizi essenziali, un altro è essere confinati in un paesino dove non c’è nemmeno un medico o un panettiere. Nei piccoli comuni delle valli lombarde e piemontesi la situazione è questa, se si aggiunge che spesso non sono raggiunti nemmeno dalle connessioni informatiche (necessarie, sempre che si disponga di un computer e di una stampante per scaricare i moduli per l’autocertificazione) si vede che la situazione dei residenti è nettamente svantaggiata.
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