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L'ira delle donne del Pd: "Nessuna ministra. Persino Berlusconi ha fatto meglio di noi"

Redazione

"Delusa dal partito. Si è pensato più agli equilibri interni che alle competenze", dice la deputata Lia Quartapelle. Un'altra grana per Zingaretti

Troppe poche donne nel nuovo governo (un terzo dei componenti). E nessuna per quel che riguarda il Partito democratico. Tanto è bastato per innescare un certo malcontento tra le esponenti dem. Come la deputata Lia Quartapelle, che in un'intervista radiofonica questa mattina ha lanciato un accusa nei confronti del segretario Zingaretti. "Il nostro statuto prevede metà delle cariche per le donne. Se ci fossimo comportati come Forza Italia oggi parleremmo di un nuovo governo con dieci donne ministre e tredici ministri uomini, quindi un governo perfettamente in linea con la rappresentanza di genere a livello europeo". Equiparazione con i forzisti che ha fatto dire alla deputata che "Berlusconi si è comportato meglio di Zingaretti".

 

Secono la Quartapelle nell'avvicendamento tra il vecchio e nuovo governo il Partito democratico si sarebbe mosso troppo timidamente.. "Draghi ha scelto le ministre tecniche per ruoli importanti, ministeri con portafoglio. Si potevano prendere spunti sia dalla parte tecnica che quella politica e purtroppo il Pd non lo ha fatto". Il Pd, di fatti, ha perso ministre di peso come Paola De Micheli al Ministero dei Trasporti. E oltre alle ministre tecniche e a quelle di Forza italia, anche Italia viva e Movimento cinque stelle hanno all'interno del loro governo delle esponenti donne. 

 

Ma la Quartapelle non è la sola, e le sue dichiarazioni echeggiano quelle che già nella serata di ieri, con la lista dei ministri resa nota da poco, si erano fatte notare. "Non riesco a capacitarmi! Neanche una donna del mio partito nell'elenco di ministre e ministri - va detto, di assoluta qualità - letto dal presidente Draghi", aveva detto la senatrice Valeria Fedeli, Mentre l'ex presidente della Camera Laura Boldrini aveva scritto su Facebook che "la competenza delle donne e la giusta rappresentanza nelle istituzioni fanno bene al Paese. Preoccupa che il nostro partito non l'abbia ancora capito". Si sono espresse con commenti piccati anche la deputata Giuditta Pini e Cecilia d'Elia, la portavoce della Conferenza delle donne democratiche. 

 

"In questi mesi, nel lavoro di ricostruzione del partito, abbiamo scommesso molto sulla valorizzazione della forza e della risorsa delle donne e, in questi giorni, nella centralità del tema della differenza di genere come cuore del programma per la ricostruzione italiana", si era difeso Zingaretti. "Nella selezione della componente del Pd nel governo questo nostro impegno non ha trovato rappresentanza. Pur rispettando i criteri di autonomia dei ruoli farò di tutto perché questo si realizzi nel completamento della squadra di governo". Un tentativo di sedare le reazioni di queste ore e che però, a giudicare dalle dichiarazioni che si continuano ad affastellare, non pare aver prodotto grandi risultati.