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editoriali

Pd, ma dove sono le donne nelle città?

Redazione

Le candidature alle amministrative sono una nota dolente per il Pd rosa 
 

In vista delle elezioni municipali che interessano anche le maggiori metropoli, il Pd si trova nella scomoda circostanza di doversi contrapporre a candidature femminili di peso, Virginia Raggi nella Capitale, Chiara Appendino a Torino e Alessandra Clemente proposta da Luigi De Magistris per succedergli alla guida dell’amministrazione partenopea. Il Pd, che già ha dovuto correre ai ripari dopo aver nominato solo maschi come ministri del governo di Mario Draghi, non sembra in grado di presentare candidature femminili competitive e non si è posto, almeno finora, nemmeno il problema.

 

 

Anzi, la candidatura di Isabella Conti alle primarie del centrosinistra petroniano viene scartata dal Pd in quanto “renziana”. Probabilmente ci saranno candidate del Pd ai municipi di molte città, ma l’assenza nelle aree metropolitane dove a sostenere donne prime cittadine sono altri schieramenti non dovrebbe essere sottovalutata. Enrico Letta che ha cercato di correggere l’errore commesso nella nomina dei ministri gestendo con  piglio deciso il ricambio al femminile dei capigruppo parlamentari, ora non sembra interessato al tema. Forse lo ha delegato a Cecilia D’Elia, che (come quasi nessuno sa) fa parte della segreteria del Pd con l’incarico alle “politiche di parità”.

 

Un orientamento femminile di questo genere, che scompare carsicamente quando sono in ballo incarichi  importanti, appare piuttosto posticcio. Le aree urbane sono quelle in cui il Pd (o il M5s) sono riusciti quasi sempre a respingere l’offensiva del centrodestra, proprio lì la sensibilità a tematiche legate alla difesa dell’eguaglianza è particolarmente sentita. Presentare nelle grandi città candidati che possono vantare esperienze ministeriali o accademiche di alto livello va bene, ma perché scegliere donne solo per ruoli dove contano fino a un certo punto? Enrico Letta dice che vorrebbe che a succedergli alla segreteria fosse una donna, che anche al Quirinale servirebbe una presenza femminile: benissimo pensare al futuro, ma intanto incombe il presente.