editoriali
Dieci domande a favore del Cav.
La Cedu chiede all’Italia risposte su come fu fatto il processo a Berlusconi
Ci sono notizie che, ne siamo certi, hanno il potere di far sentire meglio Silvio Berlusconi che nemmeno le medicine del dottor Zangrillo. Non stiamo parlando della notizia di ieri pomeriggio, l’uscita di Fininvest da Mediobanca, una cessione del valore di 174 milioni di euro. La buona notizia, per l’ex presidente del Consiglio e leader di Forza Italia, è arrivata in mattinata da Strasburgo.
La Corte europea dei diritti dell’uomo ha finalmente preso in mano il fascicolo “Berlusconi contro Italia”, un’istanza del 2014 in cui l’ex premier chiedeva una valutazione sul processo subìto in Italia e che gli costò, nel 2013, la condanna definitiva per frode fiscale ma soprattutto la decadenza da senatore a causa della legge Severino. Questo effetto della condanna era stato immediatamente contestato da Berlusconi davanti alla Cedu, ma il procedimento era stato fermato dopo la riabilitazione che ha permesso al capo di Forza Italia l’elezione al Parlamento europeo nel 2019. Ora la Cedu verifica le altre contestazioni, e lo fa ponendo al governo italiano ben dieci domande che dimostrano, da sole, quanto la posizione di Berlusconi venga presa in seria considerazione. Domande per nulla di circostanza, ma che riguardano l’indipendenza del collegio giudicante, la possibile violazione del principio del ne bis in idem in materia penale, il rispetto dei diritti di difesa, il mancato riconoscimento delle attenuanti nella determinazione della condanna. E’ probabile che dall’Italia la Corte europea riceverà (entro la data fissata del 15 settembre) risposte che confermeranno l’interpretazione e la gestione del processo fatte dalla magistratura italiana. Ma già il fatto che l’alta corte abbia deciso di verificare possibili forzature, pur con un grave ritardo, è significativo. Il fatto che lo faccia con dieci domande, quasi a evocare il decalogo insultante e inquisitorio che per lungo tempo un giornale italiano usò contro Berlusconi, suona già come una vittoria morale.