l'intervento
Il Garante della privacy soccorre Conte nella guerra a Casaleggio
Si sblocca lo stallo. "Rousseau consegni i dati degli iscritti entro cinque giorni", dice il Garante. Ma Casaleggio: "Ci indichino prima chi è il rappresentante legale". La nemesi del M5s, costretto a festeggiare il provvedimento di quella stessa Autorità che accusava Rousseau di essere un colabrodo nel tutelare la privacy
"Il Garante per la protezione dei dati personali ha ordinato all’Associazione Rousseau di consegnare al Movimento 5 Stelle tutti i dati personali degli iscritti al Movimento". Lo annuncia la stessa Autorità garante sul suo sito, dove specifica che la consegna dovrà avvenire entro cinque giorni. Un punto di svolta nel braccio di ferro tra Giuseppe Conte e Davide Casaleggio, che sulla raccolta dei dati degli iscritti sono arrivati ad adire le vie legali, incapaci di raggiungere un accordo dopo che sin da subito il figlio dell'ex cofondatore del Movimento si era opposto all'ipotesi della consegna.
"Dalla documentazione acquisita dall’Autorità, – si legge nella nota – il Movimento 5S e l’Associazione Rousseau risultano essere, rispettivamente, titolare e responsabile del trattamento dei dati degli iscritti al Movimento. In base alla normativa sulla privacy, il responsabile, "su scelta del titolare del trattamento dei dati", è tenuto a cancellare o restituire tutti i dati personali, "dopo che è terminata la prestazione dei servizi richiesti relativi al trattamento". Questa disposizione, precisa il Garante, deve essere applicata in tutti i casi che regolano il rapporto titolare-responsabile. In quanto titolare del trattamento il Movimento ha quindi diritto di disporre dei dati degli iscritti e di poterli utilizzare per i suoi fini istituzionali". Per questa ragione "l’Associazione Rousseau dovrà consegnare al Movimento5S, entro 5 giorni, i dati degli iscritti di cui l’Associazione risulti responsabile. Potrà invece continuare ad utilizzare i dati di quegli iscritti rispetto ai quali sia anche titolare del trattamento".
Casaleggio: "Il M5s ci indichi prima chi è il loro rappresentante legale"
Quello di oggi è un risultato che sperava di poter raggiungere l'ex premier Conte (infatti il M5s ha già scritto che la pronuncia è "chiarissima e va esattamente nella direzione da tempo da noi indicata"), per cui i vecchi iscritti al movimento rimangono la base di partenza su cui poter innestare un progetto di rifondazione (che procede in ogni caso molto a rilento). E che invece segna una battuta d'arresto per Casaleggio, che puntava a utilizzare i dati degli iscritti come un tesoretto per tentare una scalata al Movimento (quanto meno per continuare a contare, dopo che l'associazione Rousseau s'è scissa dal M5s e il Blog delle stelle è diventato qualcos'altro rispetto a prima, segnando la fine di un'epoca).
Non a caso Casaleggio nel pomeriggio ha pubblicato un post in cui chiede di "risolvere i problemi nel modo giusto". Come? In prima battuta individuando un rappresentante legale che è, come ricorda il presidente dell'Associazione Rosseau, "il soggetto cui compete la gestione dei dati degli iscritti del MoVimento 5 Stelle (è l’unico, cioè, che può riceverli per legge) ed è colui che può certificare le liste amministrative in vista di ottobre 2021 consentendo cioè la partecipazione del MoVimento 5 Stelle alle elezioni". In pratica prima di assolvere alla richiesta del Garante – che secondo Casaleggio sarebbe stata formulata in modalità monocratica dal solo presidente Pasquale Stanzione, nominato all'epoca del secondo governo Conte – Rousseau chiede prima al M5s di indicare un rappresentante legale cui consegnare i dati degli iscritti. E' ovviamente un modo per sottolineare che Giuseppe Conte riveste un ruolo che non ha ricevuto nessuna investitura formale (e infatti sempre nel post si fa notare come il capo politico in pectore tuttora non sia iscritto al M5s).
In ogni caso, fa specie che il M5s per ottenere quello cui aspirava abbia dovuto affidarsi al pronunciamento dell'Autorità garante della Privacy, che fino a qualche tempo fa continuava a fare le pulci proprio alla piattaforma Rousseau per la grande permeabilità dimostrata rispetto ai tentativi di intrusione informatica. Sia nel 2017 che nel 2019, infatti, Rousseau è stata interessata da un'istruttoria del Garante che ne denunciava i limiti evidenti nel trattamento dei dati personali degli iscritti. In pratica chi partecipava alle votazioni era facilmente rintracciabile con tanto di numero di telefono e generalità anagrafiche, e nel caso di attacchi hacker si riusciva a scandagliare la piattaforma in profondità senza le dovute protezioni. Tutte prescrizioni a cui Casaleggio non si era adeguato tant'è che nel 2019 venne sanzionato con una multa da 50 mila euro. E però siccome questa volta il Garante da ragione ai Cinque stelle, vale tutto: anche festeggiare chi fino a poco fa ti bacchettava perché inadeguato.