Editoriali
Mezzo green pass per mezze calzette
Fico introduce alla Camera il certificato. Ma non per Aula e commissioni
E’ la solita politica della mezza porzione, delle cose fatte a metà, e un po’ a caso, l’effetto di compromessi stralunati e bislacche folgorazioni d’una classe parlamentare che è quello che è. Purtroppo. La Camera, presieduta da Roberto Fico – attenzione: questo non è un dettaglio – ha introdotto oggi una specie di green pass parziale. Se il deputato infatti vorrà mangiare al ristorante, e spendere poco, allora dovrà mostrare di aver fatto il tampone o il vaccino. Ma se entra in commissione o in Aula, no. Niente tampone e niente vaccino. Però, se invece, per avventura, Fico volesse andare in biblioteca e sfogliare quello strano e misterioso oggetto chiamato “libro” allora dovrà mostrare ai commessi il suo certificato verde.
Nasce dunque così, dicevamo, il semi green pass, la mezza misura (che sempre rimanda alle mezze calzette). Ed è evidentemente ormai impossibile sostenere che si possa imporre il green pass a tutti i cittadini, considerando che i primi a non voler rispettare principi minimi di precauzione sono i deputati stessi. D’altra parte lo aveva già detto, Fico: non si può mica limitare la libertà e la funzione dei parlamentari. Ci mancherebbe.
“Non mi sento vicino alle posizioni di chi dice qui si entra solo con il green pass. Non è possibile chiedere chi è vaccinato e chi no, è una questione che non c’è”. E infatti da quando gira con la scorta e l’auto blu, Fico s’impegna a satireggiare le grandi figure che l’anno preceduto alla presidenza della Camera, forse pensa di essere Terracini o Ingrao. E quindi su un tema assolutamente marginale, capzioso (per non dire sciocco) Fico Roberto da Napoli prende improvvisamente a cuore quelle prerogative costituzionali che un tempo definiva “privilegi” di quel gruppo di persone, i parlamentari, che per lui erano “la casta”. Ed eccoci dunque arrivati all’escogitazione del semi green pass. Geniale. La mezza misura che non serve a niente e si applica praticamente soltanto alla biblioteca della Camera. Il posto più deserto di Montecitorio.