Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris (foto Ansa)

editoriali

Il populismo finisce nell'inceneritore

Redazione

De Magistris si converte su Acerra e dà lezioni a Raggi. Avanti il prossimo

Ve la ricordate la guerra contro l’inceneritore di Acerra? Il governo di centrodestra – su richiesta di Antonio Bassolino, allora presidente della regione, al ministro dell’Interno – fu costretto a schierare l’esercito per permettere il completamento dell’impianto. Comitati di ogni tipo, pezzi delle istituzioni, magistrati, uomini politici in cerca di popolarità, giornalisti in cerca di scoop inesistenti scatenarono la rivolta di piazza. Bene, l’impianto è stato completato da anni e svolge egregiamente il suo lavoro evitando che Napoli faccia la fine di Roma. Ha ricevuto riconoscimenti internazionali e quando si ferma per manutenzione sono dolori. Bassolino non solo è uscito completamente indenne dal processo che lo accusò di vari reati, ma la sentenza di assoluzione scrive che “agì nell’interesse pubblico”.

Da oggi Acerra accoglierà dal 4 ottobre al 31 dicembre 150 tonnellate di rifiuti della capitale al giorno. De Magistris, che trovò in quei comitati una parte della sua base elettorale tanto da nominare vicesindaco Tommaso Sodano, forse il principale leader di quella rivolta, oggi  gonfia il petto e rivendica l’accordo (accordo per altro contestato dal sindaco di Acerra). Senza Acerra Napoli starebbe nella stessa identica situazione, visto che fra l’altro il roboante programma elettorale di De Magistris, anche su questo punto, è rimasto lettera morta. Aveva promesso il 70 per cento di raccolta differenziata. E’ fermo al 46 per cento contro il circa 50 della regione (dati Ispra). Esattamente come la sua collega romana, generosa di promesse e incapace di realizzazioni, e che continua a mendicare negli impianti di incenerimento del nord e del sud Italia e in tanti altri impianti  che Roma non ha e che si è guardata bene dal realizzare (la tariffa sborsata dai romani per l’immondizia è la più alta d’Italia). L’illusione dei rifiuti zero ha conseguenze funeste e persino Beppe Grillo, nel frattempo, ha cambiato idea iniziando a chiedere alla politica “più impianti di smaltimento”, dopo aver contribuito a sprecare anni e milioni di euro in dibattiti senza senso. Avanti il prossimo.

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