editoriali
La debolezza del governo sul green pass
Clienti sì, lavoratori no. Draghi sembra risoluto ma finora è stato timido
Nell’ultima conferenza stampa, il presidente del Consiglio è apparso molto risoluto sull’estensione del green pass: “L’orientamento è sì, verrà esteso – ha detto Mario Draghi –. Faremo una cabina di regia per decidere quali saranno i vari settori che dovranno averlo”. E ancora, a un’altra domanda sempre sull’ampliamento dell’obbligo della certificazione verde, ha detto: “Dobbiamo decidere non se, ma a chi. E quanto svelti”. Ma tutta questa fermezza esibita in conferenza stampa, in realtà maschera un’indecisione di fondo del governo che ha adottato un approccio piuttosto timido e incoerente, evidentemente dovuto a divergenze politiche nella maggioranza. Non a caso, a quanto trapela, ciò a cui sta lavorando il governo è un nuovo decreto o un emendamento all’ultimo provvedimento approvato per allargare il green pass ai dipendenti della Pubblica amministrazione, come da tempo spinge il ministro Renato Brunetta, e ai lavoratori nei settori in cui il green pass è previsto come obbligatorio.
A dispetto di ciò che vorrebbe far intendere il premier, non si tratterebbe di un passo in avanti ma di completare le mancanze del primo provvedimento. Perché la norma attuale autorizza la situazione paradossale per cui il cliente che frequenta per poco tempo un bar o un ristorante deve avere il green pass, mentre il cameriere, il proprietario o gli altri addetti che restano nel locale tutta la giornata no. Allo stesso modo il passeggero sul treno deve esibire il pass al personale, che però può tranquillamente salire senza vaccino o tampone. Una situazione del genere, che esenta milioni di addetti nella ristorazione, nei trasporti e nelle altre attività interessate, non ha alcun senso sanitario né alcuna logica, se non quella politica della forte opposizione di alcuni partiti della maggioranza e dei sindacati (un esempio è ciò che è accaduto nelle scuole). Il governo dovrebbe pertanto estendere il green pass quanto prima, e non per fare una dimostrazione di forza, ma per porre rimedio a una prova di debolezza.