l'informativa in parlamento
Il piano dell'Italia per aiutare la popolazione afghana. La versione di Guerini e Di Maio
Per il ministro degli Esteri si apre "una fase nuova, di pianificazione e gestione della crisi". E il ministro della Difesa sottolinea che "sulla difesa comune serve un salto di qualità politico". Cosa hanno detto oggi al Senato
"Questa crisi ripropone la necessità di un multilateralismo più efficace e inclusivo e di una forte coesione europea". Così ha esordito il ministro degli Esteri Di Maio nell'informativa del governo sulla crisi afghana.
Di Maio ha sottolineato l'impegno dell'Italia nel mettere in salvo e portare via dal paese donne, bambini e collaboratori della missione italiana. "Nel complesso, circa 120 mila persone sono state salvate dalla coalizione internazionale". Adesso però si apre "una fase nuova, di pianificazione e gestione della crisi", ha proseguito. "L'Italia continuerà ad aiutare gli afgani che intendano lasciare il Paese e ne abbiano titolo". Per questo, il governo sta collaborando con i suoi alleati, "riflettendo sulla presenza comune di funzionari europei in Afghanistan sotto l'ombrello dell'Ue o dell'Onu" e collaborando con i governi di Turchia e Qatar, impegnati nella gestione dell'aeroporto di Kabul.
Sul piano della cooperazione internazionale, Di Maio ha garantito che "il Consiglio dei ministri ha destinato 120 milioni di euro a iniziative a favore della popolazione afghana, all'assistenza ai rifugiati nei Paesi limitrofi, nonché alla partecipazione italiana all'attuazione di programmi internazionali di risposta alla crisi in Afghanistan". Partecipazione a cui l'Italia intende contribuire con un piano basato su cinque pilastri.
Riguardo l'ambasciata italiana, il ministro ha detto che "per il momento si trasferirà a Doha, in linea con quanto deciso anche dai nostri alleati europei".
Sul riconoscimento del nuovo governo afghano, ha aggiunto: "Le azioni dei talebani saranno misurate rispetto a cinque parametri: il ripudio del terrorismo e la cooperazione nel contrasto al narcotraffico; il rispetto dei diritti umani, in particolare di donne e minoranze, il rispetto dello stato di diritto e della libertà dei media; l'istituzione di un governo inclusivo e rappresentativo; la garanzia di incondizionato e sicuro accesso umanitario per le organizzazioni internazionali, in particolare delle Nazioni Unite; il rispetto dell'impegno assunto ad assicurare libero passaggio a coloro che intendano lasciare il Paese". Per adesso, però, "dai talebani non arrivano segnali incoraggianti" in questo senso.
Nel suo intervento, il ministro della Difesa Guerini, ha affermato che "l'Italia è risultata il Paese dell'Ue che ha evacuato il maggior numero di cittadini afgani", ricordando che "nel quadro dell'operazione "Aquila Omnia" sono state evacuate 5.011 persone, tra cui 4.890 afgani. L'azione è stata svolta in collaborazione con gli alleati, in particolare Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Germania". Inoltre, Guerini ha ricordato anche "il fondamentale ruolo dei partner regionali, Kuwait, Qatar e Pakistan, frutto di solidi rapporti bilaterali".
Per quanto riguarda il rischio che l'Afghanistan torni ad essere un santuario del terrorismo, Guerini ha detto che "bisogna evitare che torni ad essere un luogo sicuro per la jihad mondiale e che il deterioramento delle condizioni di sicurezza dell'area si estenda a regioni nelle quali siamo impegnati come Sahel e Iraq".
Sull'Alleanza atlantica, il titolare della Difesa ha detto che "la Nato è stata e resta l’organizzazione di riferimento per la nostra sicurezza, che garantisce protezione e deterrenza rispetto all’evoluzione del quadro geo-strategico mondiale. E che prima di essere alleanza militare è innanzitutto alleanza di valori". E sulla necessità d'integrarla con una difesa comune europea, ha aggiunto: "il tema è tornato centrale nella discussione politica europea". Ma non basta: "è necessario un salto di qualità, innanzitutto politico".
Entrambi i ministri hanno voluto esprimere la loro riconoscenza ai 53 militari italiani caduti in Afghanistan dall'inizio delle operazioni e ringraziare l'impegno delle forze armate, del corpo diplomatico e dell'intellicence.