Editoriali
Un buon successo da non sprecare
Al consolidamento del nuovo Pd serve una svolta proporzionale
Enrico Letta ha molte ragioni per essere soddisfatto, i candidati appoggiati dal Pd vincono al primo turno o vanno al ballottaggio con ottime prospettive quasi ovunque, il centrodestra mantiene la Calabria e poco altro. Il rischio è che si faccia prendere dall’euforia per il successo alle comunali, come accadde trent’anni fa ad Achille Occhetto, che si era convinto che ormai la strada per la vittoria delle elezioni politiche del 1994 era tutta in discesa, e si sa com’è andata a finire. In particolare c’è un tema, quello del sistema elettorale, che potrebbe essere erroneamente abbandonato, nella convinzione che con quello attuale il centrodestra, anche a causa delle evidenti divisioni, non ne trarrebbe vantaggio. Non è un caso che Matteo Salvini abbia citato la legge elettorale tra le “cose inutili” di cui non è opportuno occuparsi. Si vedrà se e a quali condizioni il Pd stringerà un accordo elettorale con i 5 stelle (ma è assai difficile realizzarlo con candidature uniche nella quota maggioritaria prima del voto).
Ma, anche se questa fosse la scelta, sarebbe necessario cautelarsi con un sistema elettorale proporzionale, che potrebbe interessare anche a Forza Italia e quindi ottenere una maggioranza in Parlamento. Le alleanze municipali sono state utili, ma in un’Italia elettorale “a strati” da sempre la sinistra è più forte in quel tipo di competizione, che dà segnali nazionali finché si vuole, ma non garantisce affatto di essere replicata in elezioni a base più ampia, regionali o nazionali. Peraltro anche la percentuale diversa di partecipazione al voto locale e nazionale dovrebbe indurre a un ragionamento assai cauto sulla possibile proiezione dei risultati ottenuti a livello locale sul quadro generale di elezioni politiche. La soddisfazione di Letta comunque è del tutto legittima, basta che non sia troppa e lo induca in errori di prospettiva.