la conferenza stampa
Draghi: "C'è l'impegno per organizzare corridoi umanitari dall'Afghanistan"
Le dichiarazioni del presidente del Consiglio dopo il vertice straordinario del G20 che si è svolto oggi in videoconferenza
Dopo la videoconferenza a cui hanno partecipato i leader del G20 per confrontarsi sulla crisi in Afghanistan, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha convocato una conferenza stampa. Il vertice straordinario è stato organizzato proprio dall'Italia – presidente di turno del G20 – ma il successo dell'incontro è più estetico che concreto, come spieghiamo qui.
Tre ore. Tanto è durato il vertice del G20 tra i leader per decidere l'azione comune in merito alla questione aperta dal recente ritiro delle truppe statunitensi dall'Afghanistan e dal ritorno al potere dei talebani a Kabul e in tutto il paese. A margine della videoconferenza Mario Draghi si è presentato in conferenza stampa per illustrare gli accordi raggiunti sui punti al centro della discussione.
Per quanto riguarda la questione umanitaria, Draghi ha ribadito l’impegno di tutta la comunità internazionale a sostegno della popolazione civile: “C’è una consapevolezza diffusa sulla gravità della crisi” ha detto.
Sul ruolo dell’Unione europea, Draghi ha rilanciato l’annuncio della presidente della Commissione europea dello stanziamento di un miliardo di dollari per rispondere alla crisi umanitaria. “Occorre impedire il collasso economico del paese” ha sottolineato Draghi. "E, aspetto non secondario, anche lì bisogna portare avanti la lotta contro il Covid-19".
Quanto al rispetto dei diritti umani, il presidente del Consiglio ha spiegato che “l’Afghanistan non deve tornare ad essere un santuario del terrorismo". E ha aggiunto: "E' molto difficile aiutare il popolo afghano senza finire per aiutare il governo di Kabul" riferendosi all'azione per assicurare libertà di movimento delle organizzazioni non governative in territorio afghano per prestare soccorso alla popolazione civile.
Sulla necessità di un efficace lotta al terrorismo, il presidente del Consiglio ha spiegato che "la cooperazione tra i vari paesi in questo campo è a buon punto". E ha puntualizzato: "Non sappiano quali rapporti esistano tra il governo talebano e l'Isis-K, per il momento sembra non siano buoni. In futuro dovremo capire meglio cosa sta accadendo".
Sull’aeroporto di Kabul, ha definito “indispensabile” la sua apertura “per garantire gli aiuti umanitari”.
Sul punto del riconoscimento del nuovo regime insediatosi a Kabul dopo il ritiro americano dal paese, Draghi ha escluso per il momento la volontà di riconoscere il governo formato dai capi degli studenti coranici. "Sappiamo che il governo non è inclusivo e non rispetta i parametri fissati dalla comunità internazionale" ha detto il capo del governo. E ha continuato: "Il riconoscimento è un atto politico. Ci riserviamo di valutare i talebani in base alle loro azioni".
Sull'assenza di Vladimir Putin e Xi Jinping dal vertice, Draghi ha evidenziato come l'incontro rappresenti un primo tentativo di approccio multilaterale alla vicenda afghana, "impossibile fino a un anno fa". E ha ricordato le conversazioni, definite "cordiali", intrattenute con entrambi i capi di stato in preparazione alla riunione di oggi. "La loro assenza non è dovuta a motivi specifici" ha detto il presidente del Consiglio.
Per quanto concerne il prossimo vertice del G20, in programma a Mosca il prossimo 20 ottobre, Draghi ha invitato Cina e Russia a prendere parte attiva sui principali dossier. "Tutti sono consapevoli che le principali questioni globali travalicano i confini nazionali. Per questo i problemi vanno affrontati e risolti insieme, in una cornice multilaterale".
Riguardo il coinvolgimento nell’area di importanti attori come i paesi confinanti (Pakistan, Iran, Qatar e India e le repubbliche centrali asiatiche), Draghi ha sottolineato l'importanza del loro ruolo per aiutare a risolvere la crisi migratoria.
E quanto al ruolo dell'Italia, ha ricordato come il governo italiano abbia "assicurato l'uscita dall'Afghanistan di circa 5.000 persone. Un risultato ottimo, ma non ancora sufficiente. In questo senso, le Nazioni unite stanno trattando per l'istituzione di corridoi umanitari utili all'uscita sicura delle persone dal paese".