EDITORIALI
Conte indica la via, e Letta?
Il grillino si espone su proporzionale e leader di coalizione. In attesa del Pd
Parlando alla festa di Fratelli d’Italia, Giuseppe Conte si è espresso a favore di una legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5 per cento. Al di là del fatto che in questo modo il Movimento 5 stelle eviterebbe di dover stipulare prima delle elezioni una coalizione con il Pd, sulla quale una parte del Movimento e forse dell’elettorato è scettica, si tratta di un’indicazione rilevante che potrebbe spingere Enrico Letta, finora assai scettico, a tentare una verifica della possibilità concreta di riformare il meccanismo di voto. Conte ha anche alluso all’ipotesi di “primarie di coalizione”, che non lo spaventano: “A tempo debito decideremo il criterio migliore per la scelta del leader di coalizione”. Naturalmente anche questo dipende dal sistema di voto adottato e quindi è ragionevole non mettere il carro davanti ai buoi. Nell’insieme, però, le posizioni espresse dal leader dei 5 stelle hanno il pregio di uscire dalle nebbie e di delineare un percorso ancora non del tutto preciso ma percorribile per la creazione e la gestione di un’alleanza politica vera e propria, non di una convergenza occasionale e transitoria. Naturalmente bisognerà vedere se questa impostazione più precisa convincerà un Movimento in costante fibrillazione.
Ma se non si pongono domande e non si avanzano proposte precise non si riuscirà mai a stabilire, magari a maggioranza come accade in tutte le formazioni democratiche, una linea di azione chiara e comprensibile. Ora tocca a Letta decidere come rispondere, anche se è probabile che cercherà di rinviare ogni decisione impegnativa a dopo che si sia conclusa la vicenda dell’elezione del capo dello stato. Questo orientamento, già espresso in varie occasioni, sembra prudente ma in realtà è avventuristico, perché dopo l’avvicendamento al Quirinale la vicenda politica potrebbe subire un’accelerazione che renderebbe impossibile qualsiasi iniziativa riformatrice. Questa volta si può dire che Conte ha parlato per tempo e che casomai sono gli altri a essere in grave (e colpevole) ritardo.